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Palmeri: “Inter più debole: ecco perché. Conte depotenziato: sarebbe l’inizio della fine se…”

Alessandro De Felice

Il giornalista ha commentato il pari dei nerazzurri a Kiev contro lo Shakhtar Donetsk nel secondo turno della fase a gironi

Tancredi Palmeri ha analizzato nel suo editoriale su TuttoMercatoWeb il pari tra l'Inter e lo Shakhtar Donetsk, il secondo consecutivo dei nerazzurri in questa fase a gironi di Champions League. Un risultato che rischia di compromettere il cammino degli uomini di Conte in Champions League in vista del doppio confronto - che diventa decisivo - con il Real Madrid:

"Si sveglia invece più debole l’Inter. E non solo per i miseri 2 punti in 2 partite in Champions. Che a ben vedere, si dovesse giudicare la prestazione, dovrebbero lasciare fiducia: perché l’Inter ha fatto 45 minuti splendidi e sfortunati seguiti da una seconda parte solo normale, e insomma sul piano della performance complessiva con molto poco da rimproverarsi. Ma siccome Totò sapeva quello che diceva quando diceva che è la somma che fa il totale, allora quando hai già lasciato per strada 2 punti contro il Gladbach, hai perso il derby, e devi ancora trovare la quadra, insomma un secondo tempo solo normale non te lo puoi permettere se ancora non hai segnato.

E dunque sì, Inter più debole, perché sembra incapace di essere determinata. E la determinazione è onestamente tutto. L’Inter in queste 7 partite ha avuto momenti di bellezza, momenti di furore, momenti di implacabilità. Ma la determinazione che ti fa chiudere le partite con Lazio, Gladbach, Milan e Shakhtar non l’ha mai avuta. E senza quella, tutto il resto non serve, o comunque non sa dove posizionarsi.

E onestamente, se c’è un uomo che ti può condurre alla determinazione, quello è Antonio Conte. E’, o sarebbe. Perché sembra che proprio da lui stia venendo a mancare il sacro fuoco. Non esiste che Andonio si ingoi quattro partite come quelle in nemmeno un mese senza fiatare, senza ribaltare spogliatoi e anime, accettando lo status quo. Questo semplicemente non è Antonio Conte. E siccome nessuno può essere quello che non è, c’è allora qualcosa che non quadra.

Pare gli abbiano detto, così come ha confermato lui in conferenza, che si deve godere il viaggio, e non aspettare di arrivare a destinazione. Ora, Antonio Conte non si è goduto il viaggio nemmeno quando da piccolo in braghette di tela lo portavano dalla casa alla gelateria. Conte deve essere libero di fare la rivoluzione per la quale è stato chiamato, ferro e fuoco, sennò è solo maniera ed è depotenziato. Ma gli hanno detto che se la deva godere, e lui si sta violentando per accettarlo, anche se dentro si macera perché capisce che così non si arriva.

Correva l’estate 2013, e dopo non aver perso una sfida estiva contro l’Inter negli USA, in conferenza stampa Conte rispose alle critiche dicendo: “Il mio presidente non mi ha chiesto di vincere questa sfida, mi ha dato altri obiettivi per la stagione. E io dunque utilizzo questa sfida per quegli obiettivi, non mi interessa del risultato. Quando il mio presidente mi chiederà di vincere questa sfida estiva, allora mi preoccuperò”.

Ecco, non vorremmo che l’Inter quest’estate abbia dato a Conte altri obiettivi che siano “godersi il viaggio”, in maniera armonica con tutte le parti della società, e non invece “vincere e basta”. Perché quello sarebbe l’inizio della fine. Oltre al fatto che, della politica interna, ai tifosi importi meno che di un torneo estivo".