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Palmeri: “Miserabile sciacallaggio sull’Inter da giornali che puntano a 2 copie e usano…”

Redazione1908
L'inchiesta ultras, pesantissima dal punto di vista penale per gli arrestati, è poca roba dal punto di vista sportivo

L'inchiesta ultras, pesantissima dal punto di vista penale per gli arrestati, è poca roba dal punto di vista sportivo. Quello che è emerso finora non può certo configurare chissà quali violazioni per l'Inter. Ma i soliti media cercano di alimentare i bassi istinti degli anti-interisti, paventando chissà quali sanzioni a carico della società nerazzurra (che poi non si verificano alimentando le accuse di complottismo).

Tancredi Palmeri, nel suo editoriale per Sportitalia, commenta così la situazione mediatica:

Ad oggi "è davvero difficile trovare qualcosa di contestabile che non sia oltre il fatto che una entità o dei protagonisti così in vista debbano abbozzare ascoltando senza doversi compromettere, insomma facendo buon viso a cattivo gioco ma senza commettere alcunché quando camminano avendo a lato realtà potenzialmente criminali. I cui contatti, non a caso bene ha fatto la società a ribadire, sono stati sistematicamente concordati mettendo a conoscenza le autorità, passaggio questo assolutamente fondamentale.

Questo lo stato dell’arte a oggi, assolutamente in divenire.

Non si può però nel frattempo non registrare il miserabile sciacallaggio sul nome dell’Inter e in particolare sul nome di Simone Inzaghi. Al di là del banale e anche comprensibile ‘cosa rischia l’Inter?’, proprio la vergognosa caccia alle streghe, in scena non casualmente da parte di elementi o media che campano di populismo d’accatto per racimolare quell’attenzione proveniente da bassi istinti dei tifosi di riferimento, perché l’odio aiuta a vendere due lire di copie in più, o a darsi un minimo di riconoscibilità quando altrimenti sarebbe impossibile costruirsela, facendo un lavoro basato su una professionalità che non si possiede.

E' sciacallaggio a buon mercato che alla fine si riconduce prosaicamente nel fare tutto il possibile per poter vincere il proprio scudettino, nel sentirsi unti dal Signore nella battaglia per poter contribuire alla vittoria. Una allucinazione collettiva che niente a che vedere con l’altrimenti sacrosanto interesse sociale, ché qua delle cause in sé non frega niente a nessuno se non nell’ottica di poter prendere un vantaggio per la propria squadra e danneggiare l’avversario.


Tant’è, non la prima né l’ultima volta che si assisterà a questo spettacolo di miseria, ormai inestinguibile accanto al calcio".