ultimora

Palombo: “Domani sentiamo di potercela fare. All’Inter trattato benissimo, come…”

Francesco Parrone

Il capitano della Sampdoria, Angelo Palombo, con un pasato anche in nerazzurro, a ilSecoloXIX ha commentato la gara di domani al Meazza:  Signor Palombo, sa quante volte ha affrontato l’Inter da professionista? «Uhm… una ventina?»....

Il capitano della Sampdoria, Angelo Palombo, con un pasato anche in nerazzurro, a ilSecoloXIX ha commentato la gara di domani al Meazza

Signor Palombo, sa quante volte ha affrontato l’Inter da professionista? «Uhm... una ventina?».

Ventiquattro, inclusa una con la Fiorentina. È la squadra contro la quale ha giocato più volte. «Avrei detto la Juventus...».

Il suo bilancio con l’Inter?«Immagino tendente al negativo».

Due vittorie, 10 pareggi e 12 sconfitte. In totale lei ha giocato contro l’Inter per 2.004 minuti più recupero. Sono 83,5 ore, tre giorni e mezzo.«Di battaglie agonistiche. Però le vittorie me le ricordo. Uno a zero a Marassi gol di Pazzini, con Del Neri. E il 3-0 andata di Coppa Italia, sempre a Marassi, con Mazzarri da noi. E Mourinho da loro. Ricordo ancora la partita delle manette a San Siro, Milito mi aveva fatto un’entrata dura su una gamba, avevo i segni... ricordo Mourinho che mi fa l’occhiolino, come per dire “non hai fatto scena”. Beh, ho ancora tempo per arrivare a 5 giorni di sfide con l’Inter. Cerchiamo di migliorare il bilancio».

Come vede l’Inter oggi?«Una squadra con qualche difficoltà, ma anche con grandi individualità. Ora le mancano anche diversi giocatori, è una valida attenuante».

L’ambiente a San Siro domani sera si preannuncia turbolento. «Però può anche trasformarsi in uno stimolo positivo. La cosa veramente importante in questi casi è che ci sia chiarezza dentro lo spogliatoio. E io di questo non ne so niente».

Ritrova Mazzarri, con lui alla Samp ha giocato 70 partite.«Dopo Novellino, il tecnico che ho avuto di più. È stato Mazzarri a cambiarmi di ruolo, a trasformarmi in un play. Mi ha cambiato completamente le prospettive della carriera. Tatticamente è stato fondamentale per la mia crescita. In realtà quel ruolo lo avevo già fatto nella Primavera della Fiorentina e poi in serie D con l’Urbania. Avevo un compagno che si chiamava D’Urso che mi aveva insegnato i primi movimenti. Poi Volpi ha fatto il grosso del lavoro. E comunque tornando a quegli anni là devo ringraziare Sammarco e Franceschini, e pure gli esterni Maggio e Pierio Ziegler, correvano per me e mi consentivano di essere più lucido».

Vi sentite con Mazzarri?«No. Quando ci vediamo ci salutiamo, anche abbracci. Lo ricordo con affetto, ricordo i suoi allenamenti, qualche soprannome che dava. Campagnaro era il “toro del Bronx”. Ma per il resto penso che un giocatore non debba avere contatti con gli ex allenatori. Vedendolo in televisione, direi che è sempre lo stesso. Milano non è una piazza facile e all’Inter poi c’è un prima e un dopo Mourinho, un’eredità difficile per tutti».

Andate a San Siro, domani, con un spirito diverso però.«È vero, spesso siamo stati la piccola che va in casa della grande. E se riuscivi a portare a casa un pareggio, facevi festa tre giorni. Adesso sulla carta abbiamo qualcosa meno dell’Inter, ma nella testa sentiamo di potercela giocare con tutti».

È la sua Samp più forte? «A livello di gruppo, sì. Per ambiente, di staff tecnico, di dirigenza... non so dire se Garrone sia meglio di Ferrero o se Ferrero sia meglio di Garrone,certo in questo momento si è creata una grande empatia. Uno dei segnali è che riusciamo a divertirci anche nel sacrificio. Contro la Roma è stata dura, ci siamo fatti tutti il mazzo, ma divertendoci. In quella di Del Neri c’erano Cassano e Pazzini, tecnicamente era più forte, ma come gruppo, ripeto, è questa la migliore».

E questa è anche una delle migliori stagioni di Palombo? Lei viaggia a una media di 55 palloni giocati a match, ha messo lo zampino nelle reti di Okaka, Romagnoli e un paio di Gabbiadini.«Posso fare di meglio... Però sì, sto bene. Questo ruolo è il migliore per me, non hoenon ho mai avuto le caratteristiche della mezzala. Ognuno deve fare il suo. Cerco di farmi trovare sempre pronto anche fisicamente, attraverso lavori supplementari. Penso che nel calcio il fisico sia quasi tutto. Nemmeno Messi, se non è in condizione, riesce a fare la differenza... Ecco magari sentire che stobene mi dà una grande soddisfazione pensando proprio anche a quel periodo in cui mi allenavo da solo».

E poi è andato all’Inter... «Già. Sei mesi e tre presenze. Non mi sento nemmeno un ex. Ma là ero stato trattato benissimo da tutti. Come fossi Zanetti».

La Samp che ha pareggiato con la Roma era la stessa dell’anno scorso con Obiang senza pubalgia, più Romero e Romagnoli.«I giovani hanno un anno in più e i vecchi pure. Siamo più maturi. Più solidi. Più compatti. Dobbiamo restare concentrati e umili, piedi per terra. Anche a San Siro. Poi al novantesimo vedremo».