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Cosa ricorda della sua Finale di Champions, quella vinta a Madrid?
—«Mi ricordo l’arrivo al Bernabeu con tutte quelle famiglie interiste che ci incitavano e ci davano una forza incredibile. Io pensavo che il sogno di ogni bambino che vuole giocare a calcio è la finale di Champions ed ero troppo vicino per non viverlo. Noi eravamo convintissimi di vincere. Oggi tutti dicono che quelli del Manchester sono degli extraterrestri, ma anche noi avevamo battuto gli extraterrestri del Barcellona. Anche lì c’era Guardiola! Chissà, magari porta bene all’Inter!»
Ma la sua Inter quanto era più forte di questa?
—«Da noi la differenza la faceva la gente con tanta esperienza internazionale! Eto’o che di finali di Champions ne aveva già vinte due o tre ci catechizzava di continuo. Per non parlare di Mourinho che ci diceva ogni giorno che le finali si giocano e si vincono. Forse, con quella gente in squadra, per noi è stato più facile di quanto potrebbe essere per l’Inter di oggi!»
L’ultima cosa: come si dorme la notte della vigilia di una finale di Champions?
—«Io non ho dormito. Ero elettrizzato al pensiero che il giorno dopo avrei potuto entrare nella Storia con la S maiuscola e così è stato! Spero che anche l’Inter di oggi riesca a farlo!»
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