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Pandev: “Mi piace Bastoni, farà una gran carriera. Quando all’Inter c’era il Fenomeno…”

Goran Pandev, Inter

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex nerazzurro parla di Italia-Macedonia del Nord

Gianni Pampinella

Dopo gli Europei, Goran Pandev ha chiuso con la sua Nazionale ma domani sarà davanti la tv a tifare per la Macedonia del Nord che affronterà l'Italia di Mancini. "Per uno che da vent’anni vive in Italia, dove sono nati i suoi figli... Almeno fosse stata finale: una delle due sarebbe andata al Mondiale di sicuro", racconta l'ex Inter alla Gazzetta dello Sport.

La Macedonia fa quasi meglio con le big, e la Germania lo sa.

«Più attenzione, più motivazioni: contro i campioni vogliono giocare bene tutti. La mentalità balcanica è questa: puoi battere la Germania e perdere con Andorra».

La mentalità è anche andarsene molto giovani per cercare un altro calcio.

«In nazionale, soltanto il terzo portiere gioca nel campionato macedone. Per forza: il campionato è un disastro, le infrastrutture sono quelle di 30-40 anni fa, fanno schifo. Ho provato a cambiare qualcosa, ho aperto una scuola calcio, ma non ci aiuta nessuno, neanche la federazione».

Pandev: “Mi piace Bastoni, farà una gran carriera. Quando all’Inter c’era il Fenomeno…”- immagine 2

E come finisce l’altra sfida?

«La Turchia è una bella squadra, ma credo passerà il Portogallo, anche se avrà addosso pressione perché favorito e gioca in casa».

E anche perché ha CR7, lei che di Ronaldo se ne intende?

«Quando all’Inter c’era il Fenomeno, io facevo il raccattapalle e a volte mi allenavo con lui, quando mi chiamavano dalla Primavera: impressionante, il più forte degli ultimi trent’anni. Con tutto il rispetto per Cristiano, uno di quelli che vive per il gol e ti aiuta a vincere le cose importanti».

A proposito di difensori italiani: Bonucci e Chiellini mettono in soggezione?

«Giocano insieme da una vita e si conoscono a memoria: se non ci saranno, sarà un bel vantaggio per noi. A me piace molto anche Bastoni: farà una gran carriera».

Mancini non ha scelto l’ex compagno di Triplete, Balotelli.

«Se c’è uno che conosce a memoria Mario è il Mancio: lo ha allenato ovunque. Magari in una partita secca è tipo da esaltarsi, ma non sta a me dire se sarebbe servito o no: io posso dire che a noi serviva Nestorovski, invece l’Italia ha dieci attaccanti e dunque un Balotelli in più o in meno non cambia molto».

(Gazzetta dello Sport)

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