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Goran Pandev, attaccante macedone del Genoa, in un'intervista concessa al Corriere dello Sport ricorda la sua esperienza con la maglia dell'Inter, con cui fu uno dei protagonisti nell'anno del Triplete.
Tra dieci giorni sarà il decimo anniversario della vittoria della Champions League dell'Inter. Cosa aveva di speciale quella squadra?
"Sono già passati dieci anni, ma quei ricordi mi tornano sempre in mente. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario e non so se qualche altra formazione potrà ripeterlo. Eravamo un gruppo fortissimo e unito. Non ci mancava niente. Anche Dio ci ha aiutato e così abbiamo vinto tutto".
Il valore aggiunto era Mourinho in panchina?
"Lui era una persona splendida e un allenatore che ci ha dato tanto".
Che effetto le fa essere rimasto l'unico titolare di quella formazione ancora... in carriera?
"Sicuramente sono felice perché giocare così tante partite in una squadra così forte non era semplice, ma ho lavorato duro per farmi trovare pronto e dare tutto in campo. Ero titolare nei match più importanti, inclusa la finale di Champions. Ho fatto tutto quello che mi ha chiesto il mister compreso l'esterno (nel 4-2-3-1, ndr), anche se sono sempre stato una prima o seconda punta".
Se dovesse scegliere solo una partita o una sua rete di quell'annata, quali direbbe?
"Ricorderò sempre il gol nel derby che abbiamo vinto in inferiorità numerica. E poi la rete con il Bayern che ci ha permesso di qualificarci ai quarti di finale di Champions League (nel 2010-11, ndr). Ho molti bei ricordi del periodo all'Inter".
Quanto è stato vicino a tornare a Milano lo scorso gennaio?
"C'è stato qualcosa, ma anche se l'Inter è la squadra che mi ha portato in Italia e mi ha cambiato la vita, sentivo di dover rimanere qui al Genoa. E' quello che mi ha detto subito anche la mia società. Volevamo, vogliamo salvarci. Qui a Genova la gente mi vuole davvero bene ed è giusto che finisca la carriera nel club più antico d'Italia".
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