Come sarà giudicata la stagione di Simone Inzaghi se l'Inter dovesse terminare l'anno con zero tituli? Secondo Giovanni Capuano, il tecnico nerazzurro andrebbe applaudito lo stesso, viste le circostanze in cui sarebbero maturati i mancati trofei.


Ultim'ora
ultimora
Panorama – Inzaghi, applausi anche con zero tituli: chi lo aspetta al varco si ricordi di…
"I nerazzurri in corsa su tutti i fronti, nonostante infortuni e stanchezza. Inzaghi compresso tra il sogno del Triplete e l'incubo di finire a secco, ma la sua stagione sportiva andrà comunque applaudita.
LEGGI ANCHE
Finire senza vincere nulla, nemmeno una coppetta Italia o una Supercoppa che non serve a cambiare il corso della carriera di un allenatore ma almeno aiuta a presentarsi sotto l'ombrellone potendosi vantare di qualcosa. Per Inzaghi il rischio è concreto, visto che la stagione dell'Inter è estenuante, una maratona in un territorio inesplorato, ed è stata affrontata scegliendo di non tralasciare niente: scudetto, Champions League, Coppa Italia e pure il neonato Mondiale per Club che arriverà quando gli altri saranno già in vacanza ed è qualcosa che nessuno è in grado di prevedere non essendoci mai stato in questa forma.
Il problema per Inzaghi è che dall'inizio dell'anno tutti gli battono le mani per le tante vittorie, ma sono molte più le rotture di scatole le rare volte che pareggia o perde. Tutti gli ricordano che Marotta gli ha consegnato una rosa extralarge ("Ha due squadre e tre quarti" gli ha perfidamente fatto sapere Conte nel cuore dell'inverno) e nessuno lo ascolta quando prova a far presente che i suoi sono tanti e bravi, ma anche sottoposti a un extra fisico e psicologico mai visto prima.
E nessuno, soprattutto, è disposto ad accettare che alla fine di tutto l'Inter rimanga con un pugno di mosche in mano. Lo sa per primo lui, Inzaghi, che se dovesse finire alle spalle del Napoli in campionato gli direbbero che è un fallimento, e che ha vinto un solo scudetto in quattro anni "con la squadra più forte". Che a malapena verrebbe accettata una Champions League persa in finale - ancora gli imputano di aver sbagliato le scelte in attacco a Istanbul - e nemmeno a parlarne se la Coppa Italia terminasse contro il Milan, con cui ha già perso due derby, o in una finale da strafavorito contro Bologna o Empoli.
Insomma, nessuno gli perdonerebbe la stagione degli Zero Tituli e la sua estate diventerebbe un inferno, anche da parte di chi oggi finge di sostenerlo. Anche per questo merita un applauso, per la diversità rispetto a molti colleghi che hanno scelto scorciatoie per ottimizzare i rischi (il riferimento a Conte e al Napoli non è casuale ma voluto).
Per una volta, invece, sarebbe giusto dichiarare preventivamente che nello sport il risultato finale è importante, ma non è tutto. E che a volte il percorso stesso conta più del traguardo e non solo per questioni pratiche come, ad esempio, aver riempito le casse della società girando l'Europa in lungo e in largo gettando le basi anche per la qualificazione al prossimo Mondiale per Club, che arriverà solo nel 2029 ma che sarà ancora più ricco ed esclusivo di quello che parte a metà giugno negli Stati Uniti.
Insomma, ora che si entra nella fase decisiva della stagione è bene dichiarare che Inzaghi meriterà un applauso comunque vada. Per anni il calcio italiano si è interrogato sul perché gli altri fossero capaci di alimentare una mentalità vincente a noi sconosciuta, affrontando le sfide sui campetti di provincia della FA Cup come fossero finali di Champions League, fregandosene della fatica, rispettando se stessi, l'avversario e la propria gente. L'Inter lo sta facendo. Se dovesse chiudere con Zero Tituli, tra un processo e una crocifissione, sarebbe bello ricordarsene".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tuo commento verrà moderato a breve.
Puoi votare una sola volta un commento e non puoi votare i tuoi commenti.