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Paola Ferrari ha concesso una lunga intervista alla rivista Nuovo TV nella quale è tornata a parlare dello sgarro che le ha impedito di seguire per la Rai il Mondiale 2022. Ora la conduttrice sportiva è tornata al suo posto. E con la sua esperienza commenta il cambiamento sulla panchina della amata Nazionale italiana: "Mancini? Tutti lo hanno attaccato al punto che lui ha dichiarato di essere stato trattato come Pacciani, il mostro di Firenze. Io che sono una che cerca sempre di vedere le cose sotto la lente dei sentimenti, penso che il periodo di Mancini alla Nazionale sia finito quando è morto Gianluca Vialli: da quel momento lui si è sentito solo. Tutto il resto, dalle questioni economiche alle liti con il presidente della Federazione italiana gioco calcio Gravina, cui sono legata da stima e amicizia, hanno un loro perché. Ci sono cicli che finiscono: lui ci ha regalato l'Europeo, che l'Italia non vinceva dal 1968, e di questo dobbiamo essergli grati", ha dichiarato Paola Ferrari.
E su Spalletti ha aggiunto: "Non sono una sua fan e lo dico chiaramente. Lo trovo il miglior allenatore che si potesse prendere e concordo con la scelta di Gravina. Ma è un allenatore molto incentrato su se stesso. Avrei preferito Antonio Conte: mi sarebbe piaciuto riprendere quel fil rouge che c'era da quell'eliminazione ai rigori negli Europei del 2016. Penso che lui avesse ancora voglia di fare tanto con la Nazionale. Spalletti è tecnicamente capace e all'avanguardia, però non riesco ancora ad avere la giusta empatia con lui. Diciamo che devo decifrarlo".
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