L'ex dirigente dell'Inter, Ernesto Paolillo, ha parlato in un'intervista a TMW Radio e si è soffermato sul momento del club nerazzurro e il tanto citato 'ridimensionamento'. «Lo è dal punto di vista del bilancio ma non significa non essere competitivi. Non è facile sostituire Hakimi ma con la plusvalenza fatta si potrebbe puntare su giocatori che possono diventare una plusvalenza importante domani. Non dimentichiamo che l'ossatura della squadra è rimasta quella dello scudetto. È arrivato Inzaghi. Ma non vedo un indebolimento evidente».
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Paolillo: “InterSpac, romantico ma non fattibile. Suning? Riassesta per cedere”
L'ezx dirigente nerazzurro ha detto la sua sull'idea dell'azionariato popolare e anche sul momento della società
Sull'azionariato popolare ha aggiunto: «Penso che la visione a lungo termine sia il problema dell'azionariato. Ci sono dei casi positivi come il Bayern, ma non è azionariato popolare perché sono Allianz e altri grandi nomi di industrie. Non vedo possibile una cosa simile in Italia, anche la Pirelli è scappata via dalla sponsorizzazione dell'Inter e poi non si può andare a vendere l'azionariato popolare ai tifosi sapendo che dovranno fare un ulteriore versamento l'anno dopo. E' una cosa romantica, ma non fattibile».
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«Suning? Non conosco le cose nei dettagli. L'impressione che si ha è che la società stia cercando di riassestare le cose per vendersi al meglio. Ma non credo sia un investimento che la famiglia vuole fare a lungo termine, vista la situazione anche in Cina», ha aggiunto. «Difficile vendere l'Inter? Anche il fondo ci deve guadagnare altrimenti il club viene ceduto dopo qualche anno. Il club può far crescere gli utili, anche quelli commerciali. A Milano serve anche lo stadio nuovo per incrementare gli incassi. Questo aiuterebbe molto il club. Inzaghi? Sarà a livello di modulo una continuazione di quello con cui ha lavorato Conte. Alla Lazio ha fatto ottimi risultati anche con una rosa inferiore di quella nerazzurra. E poi sa lanciare i talenti», ha proseguito.
Paolillo ha parlato anche della vittoria dell'Italia di Mancini: «Molto bello perché innanzitutto ha vinto l'Italia. E' una promozione di una scuola che riesce a mantenersi a livello altissimo. Mancini è cambiato molto negli anni, ha costruito ed ha continuato a vincere. Ha ben assemblato i giovani, è proprio una bella vittoria che se la FIGC è intelligente usa per far ripartire il calcio italiano che può produrre grossi risultati economici».
(Fonte: TMW)
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