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"Amo il calcio, soprattutto gli allenatori. Il loro destino incerto e letterario. La solitudine. Un lockdown permanente. Il potere di sbagliare. Strategia, psicologia. E follia, anche. Nessuno come loro vive lo stress del calcio. L'allenatore è il primo a pagare se le cose vanno male, il più autentico difensore del bene comune in uno spogliatoio che spesso è invece la somma di diversi, convergenti egoismi". Con queste parole Pierluigi Pardo prova a sintetizzare la solitudine dell'allenatore, citando piccoli e grandi esempi di follia: "Se sali di categoria e di ingaggio le cose non cambiano. Il colpo di teatro è sempre in agguato. Le manette di Mou, gli sfoghi di Antonio Conte, le subordinate di quarto grado di Spalletti, i filtrini maltrattati da Sarri. Puoi aumentare stipendio ed esperienza ma quell'istinto folle, quella solitudine bellissima e disperata resta. Non c'è via d'uscita. Perché il calcio è il più terribile e umorale degli sport. Metà valore e metà fortuna".
(Vanity Fair)
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