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Del gioco dell'Italia ha parlato il giornalista Pierluigi Pardo sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:
Siamo anni luce distanti dal nostro stereotipo più grande, quello di un calcio perennemente furbo e speculativo. Spalletti con la sua concezione estetica amplifica questa filosofia. In alcuni tratti del primo tempo di Dortmund si è vista la ricerca della qualità e del controllo attraverso la tecnica. I due centrali di difesa con buoni piedi e testa alta sono un manifesto preciso di quello in cui Spalletti crede e che questa squadra può provare a rappresentare. Muovere il pallone da destra a sinistra per cercare gli “spigoli”, come li chiama lui, farlo con personalità e coraggio, questa è la strada soprattutto contro chi si chiude, perché se ti tolgono profondità in verticale allora vanno “aperti” orizzontalmente attraverso un possesso veloce, paziente e di qualità, cercando lo spazio giusto che prima o poi arriverà.
Un cambio di mentalità, quello del calcio italiano, che in realtà parte dal basso e da qualche tempo. Piace vedere allenatori del lato destro della nostra Serie A che provano a imporre uno stile di gioco dominante e identitario, squadre italiane che vanno in giro per l’Europa e provano a giocarsela sempre, anche a costo, come avvenuto in qualche dolorosa circostanza, di sbagliare. Per Spalletti e la Nazionale questa sembra la strada obbligata, essenziale per provare a colmare la distanza verso le migliori, che sembra oggettiva, certo, ma non incolmabile.
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