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Parolo: “Il segreto di Inzaghi? Pensa a 360°. Inter corazzata: per lo Scudetto…”

Alessandro De Felice

Le dichiarazioni ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport di Marco Parolo, ex centrocampista e calciatore di Inzaghi alla Lazio

Stefano Pioli e Simone Inzaghi. Due allenatori che stanno facendo sognare la Milano rossonera e quella nerazzurra. Due che si sono succeduti sulla panchina della Lazio prima di infiammare il derby della 'Madonnina' per lo Scudetto.

Ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport è l'ex centrocampista Marco Parolo a raccontarli, colui che ha avuto entrambi proprio in biancoceleste:

"A livello umano, sono due persone capaci di entrare subito in empatia con i loro giocatori. Due che amano parlare e confrontarsi, ascoltare e suggerire. E non è un caso se oggi nelle loro squadre non si sente mai una voce fuori dal coro: tutti danno il cento per cento, sia chi gioca sempre sia chi viene chiamato in causa ogni tanto o per pochi minuti. Sono entrati nel cuore e nella testa dei i giocatori e questo è il più grande riconoscimento che possa ricevere un allenatore".

Si aspettava una fuga a due?

"Sì, sapevo che il Milan aveva le possibilità per lottare per il vertice mentre l’Inter doveva solo metabolizzare il passaggio da Conte a Inzaghi, ma non pensavo potesse avvenire in maniera così rapida. Simone è stato bravissimo e l’Inter dimostra oggi di essere una corazzata, con tanto entusiasmo. E merita il primo posto".

Qual è il segreto di Inzaghi?

"È molto bravo a livello empatico, capisce subito cosa può dare lui ai giocatori nel rapporto umano. Veniva da una base importante: il 3-5-2 di Conte era collaudato, Antonio ha trasformato una squadra forte in vincente. Inzaghi ha aggiunto leggerezza, spensieratezza e libertà di gioco. Non è solo questione di campo, ma un pensiero a 360°: più dialogo, magari sconti sul lavoro se viene fatto tutto nel modo giusto. Simone ha inserito nuovi concetti in una macchina che andava forte, il gruppo ha allentato la tensione ma conosce la strada per la vittoria. Lo staff fa allenare tutti al massimo, trovando il modo di stimolare i giocatori e di farli divertire".

Differenze tra Inzaghi e Pioli?

"Il mio Pioli non era quello di oggi, ma si intravedeva il grande potenziale. Colpiva la sua voglia di studiare sempre l’avversario e di cercare il modo di fargli male, il saper cambiare pelle anche in base alle caratteristiche di chi si affrontava, con modo di difendere e attaccare sempre differente. Inzaghi cambia poco, ha la sua idea e quella è. Pioli cambia l’interpretazione dello stesso modulo a seconda di chi si trova di fronte".

Simone può soffrire di vertigini? E Stefano soffrirà la pressione dell’inseguimento?

"Inzaghi e Pioli non hanno ancora vinto un titolo, quindi per entrambi ci sono nuove emozioni da vivere e provare. Ma sono pronti. L’Inter ha il vantaggio di avere un gruppo che sa come si vince. Un dettaglio che può fare la differenza quando non puoi più commettere errori".