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"L’obiettivo è comune a tutte le squadre e a tutti gli allenatori. Ma Inzaghi ha il motore già rodato: c’è poco da modificare, c’è solo da oliare, da lavorare sulle motivazioni, da ripercorrere una strada già conosciuta. L’allenatore non è un abitudinario delle partenze lanciate. Nella sua carriera ha fatto punteggio pieno solo un anno fa. E in cinque campionati su otto ha perso almeno una delle prime tre partite. La svolta dello scorso anno è lì come modello da replicare. Genoa, Lecce e Atalanta: questo dice il calendario nerazzurro prima della sosta di settembre. E partire nel migliore dei modi sarebbe un pessimo segnale per le avversarie anche sul piano del morale".
"Inzaghi sta battendo fin dal primo giorno con tutta la squadra su questo tasto. La vittoria dell’ultimo scudetto si è fondata proprio sull’idea di una squadra che ha cominciato la stagione con le idee chiare e il passo giusto. L’Inter è quella, tra le potenziali candidate al titolo della prossima stagione, che ha cambiato meno. Non è detto sia un vantaggio in assoluto - proprio i nerazzurri un anno fa hanno dimostrato il contrario -, ma lo è certamente sul piano tattico. Pochi i nuovi giocatori da inserire nel meccanismo di Inzaghi. E in questo senso lo stop di Taremi disturba, perché l’iraniano aveva già dimostrato le sue qualità e la sua facilità di entrare in sintonia con il gioco di Inzaghi. Tornerà con ogni probabilità nella seconda giornata di campionato, la partenza lanciata è comunque un obiettivo che coinvolge anche lui", scrive Gazzetta.
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