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Intervenuto ai microfoni de Il Posticipo, l'ex giocatore dell'Inter, Giovanni Pasquale, parla della sua avventura in nerazzurro partendo dal suo esordio in prima squadra: "Quando sono arrivato in prima squadra quell’anno in quel ruolo c’erano Michele Serena, Francesco Coco e ancora Vratislav Gresko. All’inizio ero il quarto, poi Serena ha smesso, Gresko è stato mandato via e io sono diventato il sostituto di Coco. Francesco è stato sfortunato perché ha avuto qualche infortunio di troppo, per me però è stata una fortuna: questa cosa mi ha liberato un po’ la strada. Cuper? Nel 2002-03 abbiamo fatto un grandissimo campionato ed è stato l’anno in cui siamo usciti dalla Champions League in semifinale dopo i due pareggi col Milan. C’è un po’ di rammarico: era un allenatore che preparava bene le partite e che ti dava tanto. Tu potevi solo ricambiarlo con la fiducia e con buone prestazioni".
È rammaricato per essere andato via pochi anni prima che l’Inter cominciasse a vincere?
"Sì, considerando che sono anche interista… Però ero giovane e pensavo più a giocare che ad altro… Mettiamola così".
Dal 2010 in poi l’Inter ha speso tanto per i terzini, ma continua ad avere problemi. Perché?
"La società sta provando a trovare le persone giuste. Ogni anno tutti pensano che siano arrivate, poi invece per un problema o per un altro ci sono problemi in quel ruolo. Conosco bene Asamoah, abbiamo giocato insieme a Udine: è fortissimo, è un ragazzo serio che si allena sempre a tremila all’ora. Però non bisogna dimenticarsi che è una mezz’ala, un centrocampista, quindi sta facendo ruolo “nuovo”: si applica bene, si limita a fare le cose semplici e ci mette la testa. Il pubblico lo fischia quando fa i retropassaggi, ma quello è un gioco impostato dall’allenatore che cerca di tirare fuori gli avversari, di farli salire per trovare gli spazi, poi accelerare e creare qualche azione pericolosa".
Più difficile giocare nella sua Inter o in quella di oggi? San Siro fischia come allora…
"Una grande squadra come l’Inter avrebbe dovuto ottenere qualche risultato in più negli ultimi anni. La gente di San Siro pretende, ma è giusto così. Le persone sono ambiziose come la società e si aspettano sempre qualcosina in più".
Nella sua Inter ci sarebbe stato spazio per una vicenda come quella che ha riguardato Mauro Icardi?
"Quando ho iniziato a giocare, gli spogliatoi erano parti segrete: tutto quello che succedeva lì dentro restava lì. Oggi è cambiato tutto anche per la via della tecnologia. Forse al giorno d’oggi nelle squadre manca un uomo spogliatoio. Se da ragazzino sbagliavo, c’erano Vieri e Materazzi: loro non ti permettevano di sgarrare, ma lo facevano per il tuo bene e per quello della squadra. Oggi manca gente che si prenda la responsabilità di tenere tutta la rosa al suo posto, evitando cavolate come foto, video e cose del genere".
Oggi all’Inter questo ruolo tocca a Zanetti?
"Adesso sì… Ai miei tempi, quando giocava ancora, le cose andavano bene. Javier faceva stare bene tutto l’ambiente, dai magazzinieri fino ai giocatori della rosa. Nel calcio di oggi mancano figure che mettano regole anche rigide per non farti sbagliare e non avere problemi nei momenti di difficoltà. Le cose negative escono sempre in quei momenti".
(Il Posticipo)
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