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Nel suo approfondimento di spalla tra le colonne di TuttoSport, il collega Stefano Pasquino ha spiegato la sua posizione sulla vicenda stadio: "Nel marzo dello scorso anno, quando il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha dato la possibilità nell’ambito delle “Giornate di Primavera” di visitare il Meazza, l’impianto è stato il luogo più visto con diecimila visitatori (e sarebbero stati molti di più se a metà pomeriggio non avessero chiuso le code per evitare l’effetto ingorgo). Nel derby del 17 marzo il 70% dei tifosi che ha acquistato il biglietto era straniero: il 24% americani, il 10% inglesi, il 7% giapponesi ma erano presenti pure turisti-tifosi arrivati dall’Australia e dal Messico, tutti attratti dall’idea di gustarsi lo spettacolo alla “Scala del calcio”. Nonostante il museo del Meazza esprima minimamente le potenzialità che potrebbe offrire, è tra i più visti della città. Tutto questo perché San Siro è un’icona di Milano e del calcio mondiale. Abbatterlo sarebbe una follia e uno sfregio per la città. Perché Milano non è Londra, dove tutto si reinventa con spirito iconoclastico e non è nemmeno Shanghai dove si ammonticchiano grattacieli senza identità. Grave che Elliott e Suning non l’abbiano ancora capito".
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