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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Daniel Passarella, doppio ex di Inter e Fiorentina, ha parlato così in vista della sfida di questa sera: «Purtroppo non vedo tantissimo calcio italiano, ma questa è la partita del mio cuore e non posso perderla».
Beh, adesso le vogliono bene sia a Milano che a Firenze.
«Sì, ho un rapporto splendido con entrambe le città. Quando ci torno, mi sento a casa, anche perché ho tanti amici. A Milano mi sento spesso con Lele Oriali, e sono felice che sia rimasto nel club. A Firenze, ovviamente, con Giancarlo Antognoni e con il d.s. Daniele Pradè, a cui ogni tanto consiglio dei giocatori».
«L’intelligenza è la sua principale dote. Finora ha fatto un’ottima carriera, ma può crescere moltissimo: la nazionale se lo godrà a lungo. E poi so che si trova bene con Lukaku, attaccante pericolosissimo fisicamente: è fatto per giocare in squadre d’attacco, che schiacciano i rivali».
Sorpreso di vedere uno storico juventino sulla panchina della sua Inter?
«Antonio Conte lo conoscono tutti, è un grande allenatore e ha una chiave per entrare in sintonia con il suo club, al di là del passato: Lele Oriali, uno che ha l’Inter nel sangue».
E’ vero che poteva allenarla anche lei l’Inter?
«Moltissimi anni fa, nel 2000. Ero tecnico dell’Uruguay e Facchetti venne fino a qua, ma non potevo lasciare subito... Abbiamo sbagliato il timing, peccato: a chi non sarebbe piaciuto allenare l’Inter?».
L’Inter cinese ha problemi finanziari. E’ stupito?
«Non conosco la situazione, non posso giudicarla o paragonarla con i miei tempi. Ora il presidente è lontano, mentre io a Milano andavo a mangiare a casa di Pellegrini».
Rimpiange quei tempi?
«Rimpiango l’Italia, sempre: sono arrivato da voi a 29 anni e dopo due stagioni di Inter, a 35, avevo solo voglia di chiudere al River. Se fossi arrivato a 20, oggi vivrei in Italia, di questo sono sicuro».
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