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Passarella: “L’Argentina gioca sempre per vincere. Lautaro è già stato decisivo col rigore”

Andrea Della Sala

L'ex difensore dell'Argentina e anche dell'Inter Daniel Passarella ha parlato della finale e del contributo di Lautaro Martinez

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex difensore dell'Argentina e anche dell'Inter Daniel Passarella ha parlato della finale e del contributo di Lautaro Martinez:

Passarella, dica la verità: se l’aspettava l’Argentina in finale?

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«Certo, perché l’Argentina gioca sempre per vincere, non soltanto al Mondiale. Non dimenticate che siamo campioni del Sudamerica e per la nostra storia non ci accontentiamo mai di partecipare. L’Argentina deve sempre uscire campeon».

In questo caso, quindi, passerebbe alla storia l’Argentina di Messi, come quella del 1986 è stata l’Argentina di Maradona?

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«Questa è l’Argentina di tutti: del presidente dell’Afa, Tapia, e del c.t. Scaloni, un grande allenatore che sta per completare un capolavoro, perché i giocatori rimangono mentre i c.t. vengono mandati via se perdono. E quindi è giusto riconoscere i suoi meriti, visto che pochi credevano in lui».

Aspettavamo gli “italiani” Di Maria, Paredes, Lautaro e Dybala, invece i protagonisti sono stati altri...

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«E questa è la conferma che l’Argentina ha un eccellente organico, con un ottimo portiere come Martinez, grandi centrocampisti come Enzo Fernandez, De Paul, Mac Allister e un grande attaccante come Alvarez, a parte Messi, che ha già segnato quattro gol. Il Mondiale, però, non è ancora finito e quindi anche quelli che in finale partiranno dalla panchina potrebbero essere decisivi. Lautaro, per esempio, lo è stato trasformando l’ultimo rigore contro l’Olanda, per cui sarà anche merito suo se vinceremo la coppa».

Chi teme della Francia?

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«È facile dire Mbappé che è molto veloce e spesso ha fatto la differenza. È lui il campione del futuro, ma contro di noi non troverà tanto spazio. Sarebbe un errore, comunque, pensare che la Francia dipenda da Mbappé, perché oltre a lui ci sono altri ottimi giocatori come Griezmann e Giroud».

Ha parlato prima dell’Italia: quanto le è mancata in questo Mondiale?

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«Tantissimo, perché l’Italia è la mia seconda casa, dove ho ancora tanti amici come Antognoni e Galli. Un Mondiale senza l’Italia è come una partita senza pubblico. E quindi, per rifarsi, auguro all’Italia di arrivare in finale nel 2026. Naturalmente contro l’Argentina campione del Mondo in carica».