LEGGI ANCHE
L'obiettivo della Lazio?
—«Sono sincero, il cambio è grande. È andato via pure Felipe Anderson, ci dava tanto anche quando non brillava. Pipe, Ciro e Luis, tre nomi importanti. Siamo positivi e ambiziosi, abbiamo fame, stiamo lavorando forte, però serve pazienza. Roma non è una piazza facile, è giusto comunque essere esigenti, non possiamo mica fermarci. Siamo noi grandi a doverci prendere le responsabilità. Ai nuovi serve un po' di respiro».
Ha raccontato di aver sofferto di depressione.
—«In molti si sono aperti dopo le mie parole. Ho ricevuto tanti messaggi, ho parlato anche con Perin. Non ho detto nulla nei momenti difficili, in campo riuscivo a nascondere i problemi, sono stato zitto e ho sbagliato. Se si tiene tutto dentro, nel calcio, uno può perdere 2-3 anni di carriera. Chi soffre deve dirlo, il male va buttato fuori».
Un insegnamento ricevuto per ogni tecnico avuto a Roma.
—«Con Pioli ho imparato la sofferenza, mi ha chiuso in palestra perché dovevo cambiare fisico. Venivo dal Barcellona B, contava solo la palla. Inzaghi mi ha dato l'opportunità, ha creduto in me quando nessuno lo faceva. Con Sarri una rivincita, sono migliorato in tutti i sensi».
Ha dimenticato Tudor.
—«Troppo poco tempo. Dico temperamento e personalità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA