Cosa la convince di lui?
"La calma nel gestire la pressione. In questi anni è sempre stato costretto a vincere, ma alla fine è riuscito a centrare lo scudetto. Tra Fiorentina e Salernitana l’ho sfidato cinque volte, e sono state tutte belle partite. La sua struttura è sempre stata la stessa. Sono cambiati solo i protagonisti".
E lui com’è cambiato?
"Tra comunicazione, stile di gioco e gestione del gruppo è diventato molto più completo. Da un punto di vista tecnico, inoltre, c’è poco da dire: ha il centrocampo migliore d’Italia".
Il punto forte dei nerazzurri.
"Il bello è che puoi studiarlo quanto vuoi, analizzarlo a fondo negli interpreti e nel gioco, ma alla fine uno di quei tre trova sempre il modo di fregarti. Non riesci mai a leggerlo. E in estate hanno aggiunto anche Zielinski, che ho allenato quando guidavo la Polonia. In mezzo sa fare tutto. È una riserva di lusso, di grande livello. E si è aggiunto Taremi. Insomma, solo l’Inter può perdere questo scudetto".
Singoli. Cos’ha Calhanoglu in meno di Rodri?
"Il gioco aereo, poi ha tutto. E dopo di lui non ha rivali".
Lautaro è da Pallone d’oro?
"Capisco la sua ambizione. Parliamo di un centravanti che ha numeri incredibili, campione d’Italia e del Sudamerica da capocannoniere. Se vincesse la Champions, forse sì…".
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