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CdS – Niente più pazza Inter ma ora c’è un altro tabù che va sfatato al più presto

Matteo Pifferi

Conte è chiamato ad interromperlo

"Pazza Inter, un aggettivo da cancellare a tutti i costi. Un proposito che Conte ha sfoderato sin dal giorno in cui è stato annunciato come allenatore dell’Inter. Beh, in questi primi mesi di stagione, la squadra nerazzurra è stata tutt’altro che “pazza”. In campionato ha avuto una continuità impressionante: 42 punti sui 51 disponibili (stesso bottino della Juventus), solo una sconfitta e 3 pareggi". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito al rendimento dell'Inter che si appresta a ripartire a gennaio, mese di solito non così favorevole ai nerazzurri. Come sottolinea il quotidiano romano, l'Inter, eccezion fatta per la stagione 2016/2017, hanno subito battute d'arresto, ripartendo con il freno a mano tirato, rovinando più volte quanto fatto nella prima parte di stagione:

"Il caso più emblematico è il campionato 2015/16. Quell’Inter, con Mancini in panchina, infatti, era addirittura prima in classifica. E, alla ripresa dopo la sosta, aveva anche conquistato una vittoria in casa dell’Empoli. Poi, però, ecco calare il buio: 2 punti in 4 gare, tra cui una sconfitta e un pari, in casa, contro Sassuolo e Carpi. Poi, la squadra nerazzurra si è ripresa, ma senza più viaggiare ai ritmi pre-natalizi. Risultato: quarto posto finale e traguardo Champions mancato. Due anni dopo, il percorso fu più o meno simile. Quell’Inter, guidata da Spalletti, aveva già perso il primo posto, ma dopo la sosta la frenata, già cominciata prima di Natale, andò vanti. Non tanto, però, da compromettere la qualificazione Champions. Un anno fa, invece, proprio dopo la pausa invernale si cominciarono ad avvertire le prime avvisaglie del caso-Icardi, che poi deflagrò a febbraio. Fu con Stramaccioni, comunque, che fu “inaugurata” la tradizione negativa. Da cui, prima di Mancini e Spalletti, non fu esente nemmeno Mazzarri".

CURA CONTE - Nel corso degli anni anche le motivazioni si sono succedute come gli allenatori: a contribuire alle difficoltà di gennaio ci ha pensato la gestione soft della rirpresa, con troppi giorni di vacanza concessi e un rientro a ridosso delle partite: "Poi, però certi errori non si sono ripetuti, ma hanno finito a volte per incidere altre variabili, come uno spogliatoio turbolento e una cronica mancanza di personalità. Ora si capirà se la “cura Conte” potrà funzionare anche in questo senso. Se Handanovic e soci dovessero cominciare il 2020 come hanno concluso il 2019, allora il tecnico leccese avrà colto un altro successo e, soprattutto, arriverà lanciato anche a primavera: il modo migliore per contendere fino alla fine lo scudetto alla Juve", chiosa il CorSport.