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L'Inter è pronta a riabbracciare Cristiano Biraghi, prodotto del settore giovanile nerazzurro che, dopo un lungo girovagare per l'Italia (nel mezzo, anche una stagione in Spagna, a Granada), è destinato a tornare a "casa". A tal proposito Tuttosport ha intervistato Fulvio Pea, suo ex allenatore ai tempi della Primavera interista: "L'ho avuto per ben due anni. È un ragazzo che sicuramente si sta meritando di essere protagonista nel calcio italiano perché ha sempre lavorato con molta professionalità e attenzione. È cresciuto anno dopo anno e oggi riesce a far parte di un club molto importante e blasonato quale è l'Inter. Ritorna a casa da protagonista. Non è cosa da tutti".
Cosa ricorda di più di quando lo allenava nella Primavera nerazzurra?
"Lui praticamente non partiva mai da titolare, ma riusciva sempre a ritagliarsi lo spazio e a diventarlo, perché era un ragazzo che lavorava tantissimo. È un ragazzo che ha sempre creduto nei propri mezzi, in sé stesso e nel lavoro. E questo io credo che, anno dopo anno, lo abbia aiutato a migliorarsi e a diventare sempre più completo, fino a essere il difensore sinistro della Nazionale. Mica poco".
Secondo lei, sotto quale aspetto è migliorato di più Biraghi in questi anni?
"Le doti fisiche e atletiche sono sempre state elevate. Ha sempre avuto corsa e inserimento. È cresciuto tantissimo nel suo mancino e soprattutto nella fase difensiva, che di solito è quella più delicata per chi ricopre il suo ruolo".
Biraghi potrà imporsi anche nel 3-5-2 di Conte?
"È perfetto, altrimenti Conte non penso lo porterebbe nella sua squadra. La difesa a 3 gli permette di avere un po' meno compiti difensivi. Sarà un giocatore importantissimo per la causa nerazzurra che quest'anno è ambiziosa, fa piacere che Cristiano sia stato richiamato proprio in questo momento".
Per lei è un orgoglio vedere uno dei ragazzi che ha allenato in Primavera potersi affermare in prima squadra?
"Ovviamente sono orgoglioso, ma il ritorno di Biraghi è un orgoglio anche per Roberto Samaden, Piero Ausilio e tutti coloro che da anni lavorano nel settore giovanile dell'Inter con grandissima attenzione e professionalità. Credo che sia una medaglia che loro stessi si devono appuntare".
Gli augura di fare lo stesso percorso che ha fatto in Primavera, diventando nel tempo un titolare?
"Lui ha una professionalità altissima, sa lavorare benissimo anche dietro le quinte, in silenzio, per guadagnarsi un posto da titolare. Lo ha fatto allora figuriamoci se non lo può fare anche adesso".
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