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Pecci: “In Italia troppi scienziati tra i maestri di calcio. Dopo l’Europeo del 2021…”

Pecci: “In Italia troppi scienziati tra i maestri di calcio. Dopo l’Europeo del 2021…” - immagine 1
"In competizioni così brevi, se passi il turno può succedere di tutto", ricorda poi Eraldo Pecci a La Stampa
Matteo Pifferi Redattore 

Intervistato da La Stampa, Eraldo Pecci ha parlato così di Svizzera-Italia, ottavo di finale di Euro 2024:

«Si chiama giuoco del calcio, non scienza del calcio. E invece siamo circondari da scienziati, anche tra i maestri di calcio: se non abbiamo più un Totti o un Del Piero è perché ai bambini, troppe volte, viene insegnata la tattica e non la tecnica».

Problema diffuso e poche eccezioni…

«Manca la cultura della formazione, non c’è cura per la crescita individuale: molti calciatori, quando smettono e iniziano una carriera nuova su panchine giovanili, pensano non ad accompagnare talenti ma a preparare se stessi per quando alleneranno i grandi. È una mia opinione, per carità, ma resto convinto che l’assenza di campioni non è solo un problema generazionale».


Pecci: “In Italia troppi scienziati tra i maestri di calcio. Dopo l’Europeo del 2021…”- immagine 2

Da osservatore privilegiato, dove può arrivare questa Italia?

«In competizioni così brevi, se passi il turno può succedere di tutto: io spero che gli azzurri vincano, ma non abbiano certezze, sul titolo del 2021 non è stato costruito nulla».

È capitato più volte, nelle grandi manifestazioni calcistiche, che alcuni calciatori, dopo una prima fase d’oblio, si siano rivelati determinanti: chi ritiene possa diventare protagonista tra gli azzurri?

«Scamacca ha tutte le qualità per raggiungere un alto livello, ma non c’è tempo: se non svolta, si parlerà di flop. Anche Fagioli è molto dotato, vedi che se tocca palla la palla è contenta: bisogna vedere se avrà spazio. Però…»

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