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Intervenuto su Sportitalia.it, Alfredo Pedullà ha tracciato un bilancio su Pioli e Allegri, entrambi giunti al capolinea della loro esperienza al Milan e alla Juventus:
"Il mondo degli allenatori è variopinto. Ma non c’è solo la tecnica, la tattica, bisognerebbe curare anche la comunicazione. Le ultime sortite di Allegri e Pioli sono state imbarazzanti. Max, ormai un predestinato da mesi ai titoli di coda in casa Juve, si sta aggrappando alla zona Champions, dimenticando che per due anni di fila (aprile 2022 e aprile 2023) aveva garantito che “la prossima stagione lotteremo per lo scudetto”. Della serie: se si promette, solitamente si mantiene. E se non si mantiene, di solito si spiega. Nulla di tutto di questo, Allegri va avanti imperterrito come se nulla fosse. L’aspetto più imbarazzante è un altro: la Juve sta tagliando il traguardo grazie ai pareggi degli altri. Arriverà terza, quarta o quinta, il senso non cambia. E non cambierebbe se Allegri alzasse l’unico trofeo di tre anni orribili, la Coppa Italia, ma consigliamo di non sottovalutare l’Atalanta che gioca – non improvvisa – con un organico magnificamente assortito"
"Pioli ha fatto almeno quanto Allegri dal punto di vista mediatico, se non peggio, trovando sempre scuse assurde per giustificare alcune incompiute. Morale: se dobbiamo giudicare il ciclo rossonero di Pioli, di sicuro bisogna dargli i meriti di una ricostruzione con risultati. Ma se urge giudicare gli ultimi due anni, restano molti dubbi e la bilancia pende poco dalla sua parte. Una cosa va ribadita: Furlani tenga conto dei tifosi nella scelta del nuovo allenatore. Per essere più chiari: non bisogna essere condizionati dalle gente, ma tenerne conto sì, cosa che sta accadendo in queste ore. La ribellione a Lopetegui è stata impressionante, un plebiscito al contrario che inevitabilmente lascia traccia. Non è giusto dire “il tifoso rossonero vuole Conte” (fin qui mai trattato), ma sarebbe più giusto rendersi conto di quanto Lopetegui sia il meno gradito. Restiamo della nostra idea di sempre: il Milan ha bisogno di un profilo top. Ora vediamo se tra Fonseca, Van Bommel e chissà chi si arriverà alla suddetta quadratura filosofica che inciderà non poco nel futuro e nelle ambizioni del club. La domanda resta sempre la stessa e va ribadita: siamo convinti che Ibrahimovic incida per il 51 per cento nella scelta del nuovo allenatore? Dicono di sì, ma il timore è che si tratti di un’interpretazione non obbligatoriamente suffragata dai fatti. Oppure di una pura declamazione verbale".
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