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Intervenuto sulle colonne di Sportitalia, Alfredo Pedullà ha fatto il punto della situazione sulla Juventus:
"All’improvviso il responsabile del momento nero della Juventus si chiama Nikola Sekulov. Assurdo. Un ragazzo del 2002, di professione attaccante, buttato colpevolmente bella mischia da Allegri nei minuti finali della sfida di sabato scorso all’Olimpico. Dopo aver escluso, altrettanto colpevolmente, sia Chiesa che Kean per la solita interpretazione da “tutti dietro” che non fa onore alla storia e al blasone della Juve. Quindi, Sekulov avrebbe dovuto coprire meglio su Marusic al minuto 93 per non consentirgli di girare di testa in solitudine. Quindi, per spiegarsi meglio, Nikola avrebbe dovuto fare il veterano e lo smaliziato in una squadra squinternata e senza mezza idea. Complimenti. Dispiace soprattutto che la spiegazione sia di un ex allenatore che per trascorrere meglio il tempo (non gratuitamente) si è buttato su un microfono per commentare in attesa che si riapra – quando? – una possibilità per tornare su una panchina Serie A dopo anni luce di assenza"
"Questa “copertura mediatica” nei riguardi di Allegri è inconcepibile e offende chi ha un po’ di sale in zucca per ragionare da solo senza farsi condizionare da giudizi senza senso. Allegri aveva tre attaccanti a disposizione, non si degna mai di far giocare Chiesa e Yildiz in coppia. E poi si rifugia nella superficialità di chi ha trascorso gli ultimi 20 minuti (non solo quelli…) in apnea, dovrebbe avere un rigore contro (nettissimo il fallo su Zaccagni) e continua a trattare la Juve come la peggiore delle provinciali. Il concetto è sempre lo stesso: prima verrà dato il benservito ad Allegri, meglio sarà. In fondo, il concetto vale anche per Sekulov: prima incontrerà un allenatore capace di non mandarlo all’avventura, meglio sarà. Per la cronaca, il discorso non cambierebbe se per pura combinazione la Juve riuscisse ad alzare in cielo l’unico trofeo (la Coppa Italia) in tre anni orribili firmati Allegri. A proposito di Max, prendiamo atto delle confusionarie interpretazioni di Massimo Orlando, ex promessa senza grandi sbocchi, che ora chiede la testa dell’allenatore. Lo stesso Orlando aveva detto a gennaio che l’Inter, se avesse sbagliato un paio di partite, non sarebbe stata in grado di riacciuffare la Juve per lo scudetto. Addirittura. L’Inter oggi è a più 20 sulla rivale, quindi stendiamo un triplo velo pietoso".
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