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Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alfredo Pedullà ha riportato aggiornamenti sul caso Insigne:
"Qui la situazione diventa pesante perché non ci sono offerte vere, eppure siamo a 15 giorni abbondanti dalla conclusione della sessione estiva. Il vecchio agente Raiola si congedò da Insigne, una scelta reciprocamente condivisa, proprio perché le richieste di De Laurentiis per il cartellino erano talmente alte che difficilmente ci sarebbero stati margini per arrivare a un accordo con qualsiasi club. La nuova vita professionale è di una calma piatta inconcepibile: è vero che girano pochi soldi, ma diventa sacrosanto aggiungere che l’ultimo anno di Insigne è stato da urlo. Niente. Il fattore inquietante di questa storia è che non è stato organizzato mezzo tavolo almeno per provarci a impostare un prolungamento", spiega appunto Pedullà.
La vicenda Insigne risulta essere simile a quella che ha visto protagonista Milik: "Il Napoli chiede 30 milioni cash, sembra la stessa storia di Milik con la differenza che qui stiamo parlando dell’indiscutibile primattore, del famoso capitano. Ne abbiamo viste tante ma neanche provarci sembra l’avvisaglia di un epilogo triste. Quei famosi 30 milioni per il momento nessuno li spende, Insigne sarebbe la seconda o terza scelta di chi oggi preferisce concentrarsi sulle situazioni prioritarie. Il suo profilo sarebbe perfetto per Sarri, ma è soltanto una riflessione e non certo una trattativa. I tramonti di Napoli sono bellissimi, questo - se sarà - assomiglia a un naufragio", la chiosa di Pedullà.
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