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Pelé: “Giocassi ora lo farei per il Barcellona. Ho pianto nel 2014 quando…”

LIVERPOOL, ENGLAND - MARCH 22:  Pele of Brazil attends the Barclays Premier League match between Liverpool and Manchester United at Anfield on March 22, 2015 in Liverpool, England.  (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

O'Rey si racconta con l'uscita del suo film e spiega come suo figlio lo vide piangere nel 2014 quando la Seleçao perse 7-1

Andrea Della Sala

Oggi uscirà in anteprima nazionale a Milano il film su Pelé. O'Rey è stato intervistato dal Corriere della Sera e ha parlato della sua carriera e anche del film: "Il calcio di oggi non diverte più, ci sono tanti bravi calciatori, ma stanno tutti chiusi, sulla difensiva. Se giocassi ancora credo lo farei per il Barcellona, perché quelli sì che giocano e si divertono. Film? Quando sono venuti a casa da me per dirmi che volevano fare un film sulla mia vita ho pensato fossero matti, poi ho letto la trama e mi sono commosso, perché si parlava della mia famiglia povera. Il messaggio del film è dire ai ragazzi che con impegno possono arrivare dove vogliono, come ho fatto io. Quella del '58 non fu la mia vittoria più importante ma quella di Messico ’70. Allora ero più grande e più maturo, e sapevo che quello sarebbe stato il mio ultimo Mondiale". Così come il gol più difficile dei suoi 1.281 è stato, parola sua, il millesimo, segnato il 19 novembre 1969 contro il Vasco da Gama, e ancora ben impresso nella sua mente: "È stata l’unica volta in cui mi sono tremate le gambe al Maracanà. Segnare un rigore sembra una cosa facile, ma non quella volta".

Sul Brasile attuale, dopo la brutta figura del 2014: "Per il Brasile è stato un disastro senza spiegazioni. Avevo 9 anni quando ho visto mio padre piangere per il Maracanazo. Due anni fa, quando siamo stati umiliati dalla Germania per 7-1, mio figlio ha visto piangere me. Com’è strana la vita, a volte".

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