Pellegrini: “L’annuncio di Pep? Complicò tutto. Molti pensavano che il City con lui…”

Manuel Pellegrini, ex allenatore del Manchester City, si è raccontato in una lunga intervista a Marca. Tra gli argomenti il suo presente (in Cina, all'Hebei Fortune) e il suo passato (quel Pep Guardiola annunciato quando ancora era seduto sulla panchina del City). A proposito del calcio cinese Pellegrini racconta: "Il primo ministro vuole sviluppare questa importante attività in tutto il mondo. La sua campagna è forte, con ore settimanali di calcio nelle scuole e una lega potente. La base scolastica è essenziale. E per entusiasmare i giocatori gli investimenti dovrebbero essere forti. L'Hebei Fortune? Un club ricco, ma non l'unico. L'obiettivo in campionato? Gareggiamo per tutto. Siamo una squadra giovane e ci sono club più grandi, due di Shanghai, l'Evergrande ... L'idea è di sviluppare un club completo, non solo di vincere un titolo e basta, anche se questo aiuta. Ho la fortuna di essere ben pagato, ma anche se adempirò il mio contratto qui [due anni e un'opzione per un terzo] non avrò tempo di spendere quello che guadagno in Cina. Non è quindi una questione di soldi, ma di progetto."

Il passato si chiama Pep Guardiola. Pellegrini parla del suo terzo (e ultimo) anno al City - "Mi è costato molto, soprattutto dopo l'annuncio che sarebbe Pep. Da quel momento il rapporto con i giocatori si fece più complicato. L'autorità non era più la stessa. Quando si sa che ci sarà un nuovo allenatore, l'atmosfera cambia. Ma anche in questo terzo anno, abbiamo giocato una semifinale di Champions. Se mi chiedete oggi, avrei aspettato a dare l'annuncio alla fine della stagione. E 'stata un mia iniziativa, ma lo avrei fatto diversamente. Ma c'erano così tante voci ... che mi hanno infastidito. Come sta facendo Pep al City? Non è facile vincere la Premier. Guardate il Chelsea di quest'anno. C'è un mito che dice che il City è il club più ricco, ma ora ci sono cinque squadre che spendono un sacco. Forse molti hanno pensato che con l'arrivo di Pep, avrebbe vinto la Premier con una differenza di 15 punti, ma in Inghilterra non funziona così."

(Marca)