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Pellegrini: “Moratti è un amico. L’ho visto sereno. All’inizio fu difficile ma poi…”

Il Corriere dello Sport ha intervistato l’ex presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini per parlare del cambio di proprietà in casa Inter: “Lasciare l’Inter è stato un dispiacere perché questa squadra per me è stata un...

Riccardo Fusato

Il Corriere dello Sport ha intervistato l'ex presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini per parlare del cambio di proprietà in casa Inter: "Lasciare l'Inter è stato un dispiacere perché questa squadra per me è stata un grande amore, nato da ragazzo e che è tutt’ora vive dentro di me. Tutte le cose, però, hanno un inizio e una fine e sapevo che prima o poi sarebbe venuto il momento in cui la mia presidenza si sarebbe conclusa. Sotto questo aspetto ero preparato. Ebbi un po' di incertezze prima di decidere, ma alla fine sono stato contento di passare la mano a Moratti perché ero conscio di lasciare l’Inter in buone mani. Ero tranquillo per me e per i tifosi ed in effetti non mi sbagliavo, un po’ di preoccupazione in certe operazioni è normale, ma ero sereno perché trattavo con una persona in gamba.

Nostalgia? No, la nostalgia mi è arrivata dopo un po'. All'inizio non ci pensi perché sei convinto di aver fatto la cosa giusta. Nel 1995 la mia azienda continuava a crescere e c’era bisogno della mia presenza. Ero assorbito dal lavoro e inizialmente non ho sofferto. Con il passare dei mesi, però, l’amore per l’Inter è tornato... a bussare alla porta. Come la sta vivendo Moratti? Bella domanda... Non so quello che ha dentro, ma sabato allo stadio, quando sono andato a salutarlo e a ringraziarlo per ciò che ha fatto per noi tifosi, l'ho trovato sereno. Sono amico da sempre di Moratti e di questa cessione abbiamo parlato. Anche a fine estate, alcuni giorni prima che concludesse il suo accordo con Thohir. Gli ha fatto piacere scambiare qualche opinione con me che avevo già vissuto un’esperienza simile. La sua storia da proprietario è stata difficile a livello di risultati per 10 anni, ma poi ha vinto tutto. Da tifoso speravo che continuasse e gli ho lanciato più messaggi per farlo riflettere, per dargli una spinta a non mollare. Evidentemente aveva già deciso".