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Pellizzari (CorSera): «Inter e Milan non hanno un piano B. Se vanno sotto…»

Lorenzo Roca

Milan e Inter ridotte al rango di provinciali. Se il campionato fosse finito domenica, i rossoneri e nerazzurri sarebbero fuori dall’Europa League. Ma c’è un elemento numerico evidente a dimostrare il conclamato rimpicciolimento delle...

Milan e Inter ridotte al rango di provinciali. Se il campionato fosse finito domenica, i rossoneri e nerazzurri sarebbero fuori dall’Europa League. Ma c'è un elemento numerico evidente a dimostrare il conclamato rimpicciolimento delle possibilità delle due squadre di Milano, come rileva Tommaso Pellizzari sulla pagina web del Corriere della Sera: «Milan e Inter condividono un significativo dato statistico: nessuna delle due ha mai vinto una partita nella quale sia andata in svantaggio. O, se si preferisce, entrambe hanno vinto quasi solo gare in cui hanno segnato per prime. Al Milan è capitato quattro volte. Discorso quasi identico per l’Inter. Ferma sullo 0-0 col Torino al debutto, la squadra di Mazzarri ha rifilato 7 gol al Sassuolo per poi pareggiare 1-1 a Palermo dopo essere andata in svantaggio. È seguita la vittoria per 2-0 sull’Atalanta, seguita dall’1-4 in casa con Cagliari, il 3-0 subìto a Firenze e il 2-2 in casa col Napoli: tutte partite (con la Fiorentina va da sé) in cui i nerazzurri si sono sempre trovati a dovere inseguire. Alle due vittorie su rigore con Cesena e Sampdoria, infine, si è aggiunto il disastroso 2-0 di Parma. Se è una coincidenza, di certo è curiosa. Ma se la accostiamo a quanto Milan e Inter hanno fatto vedere sul campo, pur nella diversità tattica è evidente una cosa: sia il 4-3-3 di Inzaghi che il 3-5-2 di Mazzarri sono pensati per giocare soprattutto di rimessa, con ripartenze rapide (il che - tra parentesi - ci ricorda che i moduli in sé non significano niente, se non si guarda al loro funzionamento). Nessuna delle due milanesi sembra disporre di un piano B, se le cose si mettono male o se gli avversari non concedono spazi. Cosa tra l’altro più che normale quando giocano a San Siro, sempre per la questione del prestigio e della storia dei due club. Ma se i loro due tecnici non si sbrigano a inventare qualcosa, il rischio è che la storia gloriosa si faccia parecchio antica».