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Pellizzari: “Pioli non da grande squadra o Inter non una grande? Moratti, Thohir e Suning…”

L'analisi del giornalista di Corriere.it sulla situazione in casa Inter e sul futuro di Stefano Pioli

Sabine Bertagna

""Ci fosse stato ancora Frank de Boer sarebbe stato più facile spiegare la disastrosa sconfitta dell'Inter a Crotone: tutta colpa dell'allenatore olandese, nei bar sport (veri e metaforici) del nostro Paese considerato totalmente impreparato sul calcio italiano, come un dilettante qualsiasi." Esordisce così Tommaso Pellizzari, giornalista del Corriere della Sera, a proposito di alcuni temi di discussione ricorrenti in casa Inter dopo una sconfitta. Stefano Pioli è un allenatore da grande squadra? Scrive Pellizzari: "È una condanna che il tecnico emiliano si porta dietro dall'inizio della sua carriera, anche se non è chiaro su quali basi, visto che (prima di arrivare in nerazzurro) ha allenato Sassuolo, Chievo, Bologna e Lazio. Con tutto il dovuto rispetto, non è chiaro quale di queste squadre sia una grande. Né si capisce che cosa di male abbia fatto Pioli in ciascuna di queste squadre, tutte protagoniste di ottimi campionati (e la Lazio addirittura andata ai supplementari di una finale di Coppa Italia). Ma non c'è niente da fare. Pioli è arrivato all'Inter con questa nomea e le ultime tre partite di campionato (1 punto tra Torino, Sampdoria e Crotone) più le sconfitte contro Napoli, Juventus e Roma sembrerebbero la classicissima profezia che si autoavvera."

"L'Inter, secondo il giornalista di Corriere.it, ha due possibilità, quindi:

  • Cambiare allenatore: "A giugno si dà all'Inter il quarto allenatore in dodici mesi? In altri termini, si prosegue nella linea secondo la quale la rosa è ottima: Icardi è qualcosa di simile a un fuoriclasse e un trascinatore; Perisic è un giocatore da 60 milioni e Gabigol da 30 eccetera eccetera. Si tratta perciò solo di trovare l'allenatore giusto, che sappia finalmente far rendere un gruppo di campioni per quanto effettivamente vale."
  • L'Inter non è una grande squadra: "Un gruppo la cui forza è tale da dipendere da un calciatore di 23 anni, arrivato all'Inter a gennaio, e cioè Roberto Gagliardini: senza di lui, zero punti in due partite. Quindi, ecco la seconda possibilità, che ha anche il vantaggio non secondario di smontare automaticamente il teorema-Pioli: iniziare a mettersi in testa che questa Inter non è una grande squadra. Non lo è a livello societario, perché non basta avere una grande storia alle spalle e molti soldi a disposizione. E non lo è a livello dei giocatori, molti dei quali probabilmente parecchio sopravvalutati e che partite orrende come quella di Crotone le hanno giocate (pari pari) quando in panchina c'erano sia de Boer che Mancini."
  • "Conclude Pellizzari con una considerazione che riguarda le decisioni societarie delle recenti proprietà: "La proprietà degli ultimi anni (Moratti, Thohir e Suning) ha un elemento in comune: l'incapacità di tutelare l'allenatore  che via via si sono andate a scegliere. Passano gli anni, ma all'Inter non sembra esserci nessuno in grado di capire che, senza la società che lo difenda, anche il più bravo degli allenatori non può sperare di farcela. A meno che non sia così bravo da difendersi da solo. Ma uno così nasce ogni mezzo secolo (e vince Coppe dei Campioni o realizza triplete). Un'eccezione a regole che - in casa Inter - sembrano inspiegabilmente immutabili."

    "(Corriere.it)

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