Pep e il falso 9: così Icardi rinunciò al sogno e arrivò in Italia. Maurito percepì…

Arrivato nella Masia nel 2008, dopo due anni e mezzo Mauro Icardi lascia la Spagna e vola in Italia. Percorso inverso invece stasera dove il capitano nerazzurro sfiderà il suo passato. "Mauro fece una scelta comprensibile – racconta Oscar Garcia, il suo terzo ed ultimo allenatore nella cantera del Barcellona, al Juvenil A alla Gazzetta dello Sport–. Venne da me e mi disse della Sampdoria: l’offerta era ovviamente attrattiva economicamente, ma soprattutto calcisticamente: lo portavano in prima squadra mentre a Barcellona per lui la strada sarebbe stata ancora lunga, e senza alcuna garanzia". A complicare le cose per Icardi ci si era messo anche Guardiola col suo «falso nueve»: il 2 maggio del 2009 il Barça vinse 6-2 al Bernabeu con Messi che cambiò la posizione con Eto’o. Una mossa storica che ha influenzato anche le giovanili: Garcia aveva cominciato a usare Rafinha come «9» e lo spazio per Icardi diminuì sensibilmente. Mauro lo percepì e alla tv del Barça ricordano che andò da loro a chiedere un dvd con i suoi gol in blaugrana, per promuoversi altrove".

"Reti che erano arrivate soprattutto nei due anni precedenti, passati col Juvenil B prima di Garcia Pimienta, oggi tecnico del Barça B, e poi di Sergi Barjuan: «Io più che pensare al fatto che Mauro non arrivò in prima squadra sottolineo il coraggio nel decidere di andarsene. Si vedeva che aveva carattere». Uno dei migliori amici di Mauro, Cornejo, è al St. Joseph’s a Gibilterra: «Venivamo entrambi da fuori e stavamo sempre insieme. Mauro era un ragazzo semplice, autentico, e non è cambiato. Così come è lo stesso in campo, un killer: anche allora gli davi un pallone e lo metteva dentro, di testa poi era superiore a tutti». Ernesto crossava per Mauro e sognavano insieme dalle finestre della Masia, il destino calcistico li ha portati su sponde lontanissime".

(Gazzetta dello Sport)