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Pepe: “Inter, ecco qual è la forza principale di Conte. Una volta ci disse…”

L'ex giocatore bianconero parla del possibile arrivo dell'allenatore all'Inter

Gianni Pampinella

Intervistato da Tuttosport, Simone Pepe ha commentato il possibile arrivo di Antonio Conte sulla panchina dell'Inter. "Premesso che non ha ancora firmato, posso dire che se Conte accetta questo incarico vuol dire che ha ottenuto adeguate garanzie da proprietà e club sul fatto che l’Inter investirà per rinforzare la rosa in modo da potersela giocare con chiunque. Per lui questo è fondamentale", dice il giocatore.

Qual è la forza principale di Conte? 

"Il suo perfezionismo: preparazione atletica, tattica, tecnica, aspetto motivazionale. Porta tutto al massimo per tirare fuori il 100% da ogni giocatore".

Come riusciva a motivarvi? 

"Un lavoro quotidiano e la capacità di preparare la partita in un modo mai visto. Quando andavi in campo, eri indemoniato pronto a sbranare gli avversari. Tutto è nato dal primo discorso che ha fatto il giorno del raduno alla Juventus. Ci disse: “Qui non contano i nomi. Uno può chiamarsi anche Pirlo o Del Piero. Ma gioca chi si allena meglio durante la settimana”. E applicava questo principio. I giocatori non sopportano di vedere in campo la domenica chi non ha lavorato bene in settimana. Con mister Conte questo rischio non esiste".

Un principio fondamentale in un gruppo come quello dell’Inter che ha bisogno di regole nette, come dimostrano alcune decisioni di Marotta. 

"Non conosco l’ambiente nerazzurro dall’interno. Posso solo dire che Conte tratta tutti allo stesso modo e così riesce a tirare fuori il meglio da tutti. Alla Juventus conosceva già l’ambiente grazie a 13 stagioni vissute da calciatore. Ma la base di partenza del suo metodo non cambia".

Avete dovuto subire tante ramanzine da Conte dopo le prestazioni negative? 

"Sì, ma non erano mai urla al vento tanto per gridare. Erano sempre critiche motivate, spesso supportate dalle immagini al video che mostravano chiaramente l’errore. Alla fine le accettavi perché ti portava a capire quale sbaglio avevi commesso. E finivi per dargli ragione".

(Tuttosport)

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