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Icardi riparte da 11. Lo scorso anno mise a segno 22 reti e dopo 27 turni era già a quota 15. Attualmente, il capitano nerazzurro, viaggia al di sotto della sua media, ma come ricordano i dati Opta Maurito sfrutta al massimo tutti i palloni giocati.
Sono 19 le conclusioni nello specchio della porta, 38 verso lo stesso. Tra i giocatori che sono in doppia cifra di gol segnati in A solo Bacca ha una percentuale realizzativa migliore della sua (34,21 a 28,95). Mauro vuole riprendere la marcia consapevole che vincere nuovamente la classifica marcatori come l’anno scorso (insieme con Luca Toni) è praticamente impossibile vista l’andatura di Gonzalo Higuain. Però almeno il ruolo di vice-re è raggiungibile (Dybala e Bacca sono a 13 gol).
Mancini lo vorrebbe attaccante più moderno, attivo pure fuori dall’area-appartamento. L’Inter, in campionato, ha vinto il 47,8% delle gare giocate con lui titolare (11 su 23), il 75% senza (3 su 4). Ma sarebbe ingeneroso dire che sicuramente l’Inter gioca meglio senza di lui. Semplicemente gioca diversamente perché Icardi è il terminale di una manovra. Per il bene della stagione nerazzurra è giusto lavorare a un compromesso in cui tutti mettano qualcosa. I suoi gol servono per il risultato finale: per l’umore, la sua leadership, il benessere complessivo. Ma, soprattutto, all’Inter per rincorrere la Champions League.
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