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Della vicenda Icardi e della situazione che si è creata in casa Inter ha parlato il giornalista Roberto Perrone nel suo commento per il Corriere della Sera:
"Una premessa d’obbligo, sempre e in particolare se c’è di mezzo l’Inter: stiamo calmi. Però questi primi accenni di “deicardizzazione” nerazzurra funzionano. I deicardizzati hanno vinto tre partite di fila e passato in carrozza il turno in Europa League. Tre partite senza l’ex capitano, degradato con cerimonia pubblica, senza il giocatore più importante, più discusso. Tre vittorie. Una prova di carattere contro la Sampdoria, il Rapid Vienna non è stato un ostacolo probante. Con la Fiorentina ci sarà un esame più serio sulla tenuta della ciurma a cui hanno sostituito l’uomo al timone. Ma alcune osservazioni sono lecite. Perisic, il ragazzo sperduto di gennaio, con la sua richiesta, resa pubblica dalla società, di cambiare aria, sta crescendo partita dopo partita, tanto da essere quasi sempre il migliore. Nainggolan, il ragazzo sperduto di dicembre, è stato decisivo con la Sampdoria e sembra ritornato sulla diritta via e può migliorare ancora. Contro il Rapid ha segnato, dopo 9 mesi, Ranocchia, uno della vecchia guardia, uno che è entrato e uscito dalla rosa, che è stato capitano, che è stato contestato duramente e nel 2017 dovette intervenire Spalletti a redarguire un tifoso che lo stava insultando. A 31 anni ha affermato con i suoi atti che essere capitano significa prima di tutto stare con la squadra, per la squadra, non solo pensare a mettersi una fascia al braccio. Quelli che hanno preso le difese di Icardi senza se e senza ma, dovrebbero riflettere sul comportamento di questo giocatore, pronto a prendersi le sue responsabilità, sbagliando anche, ma con il pensiero forte di far parte di un gruppo".
"La vicenda Icardi non rappresenta il solito sconquasso interista. Racchiude, questa volta, la possibilità di un rinnovamento, perfino rivoluzionario. Il comportamento della squadra, da Handanovic a Perisic, da Skriniar a Ranocchia, lancia un messaggio nuovo che se non sarà risolutivo dal punto di vista dei risultati, perché siamo oltre metà stagione e non tutto dipende solo da se stessi, può diventarlo per costruire una nuova Inter: non ci sono più alibi, non si esce più in libera uscita, con la panchina che salta, con l’allenatore che paga per tutti, con la società che procede a vista. Questa storia si sta rivelando un importante catalizzatore positivo per l’ambiente, facile alla depressione. Ricompattare i propri sentimenti attorno allo spirito di appartenenza può fare la differenza.
Detto questo, meglio giocare con Icardi che senza. Però a questo punto dipende da lui e dal suo procuratore. La farsa dell’infortunio deve terminare in fretta e l’ex capitano deve lasciarsi alle spalle le sue malinconie. Come hanno fatto gli altri. Perché nella vita, e quindi nel calcio, bisogna imparare dalla realtà. Nell’Inter “deicardizzata” è che la squadra viene prima del singolo, anche del più importante".
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