Nell'editoriale presente sul Corriere dello Sport, il giornalista Roberto Perrone ha provato a spiegare il paragone tra Massimiliano Allegri e Antonio Conte, quest'ultimo accostato all'Inter:
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Perrone: “Conte come Allegri, ecco perché: alla Juventus nessuno si ricorda…”
Il giornalista motiva il paragone
"Massimiliano Allegri come Antonio Conte. Nel calcio non si inventa nulla, si ricicla tutto, anche inquietudini e domande. Votantonio, oggi il nome sulla bocca del mercato, prende le cose della vita in modo più incendiario. Max è fumantino, talvolta perde la pazienza, non sopporta “gli spiegatori”, ma nel complesso ha un rapporto con il calcio e l’esistenza meno ossessivo/ossessionante del collega di cui ha preso il posto a Torino nella tribolata estate del 2014. Ora, con parole diverse, con una buona dose di auto-ironia e cazzeggio, alla livornese, Allegri pone la stessa questione. Conte, come Max, aveva da sei mesi in testa una certa Juventus, perché dopo tre scudetti pensava che fosse necessaria una rifondazione. Anche Max dice di pensare a un progetto-Juve da sei mesi. E nel confronto con il club la questione segnalata da Allegri è la stessa, certo con altre parole, di quella posta da Conte: dove dobbiamo andare, quali sono gli obbiettivi, che programma abbiamo per ottenerli?".
CONTE E ALLEGRI - "Conte, che divora e si fa divorare più in fretta dagli eventi, aveva cominciato a ritenere difficile ripetersi già al secondo scudetto e dopo il terzo era convinto che fosse impossibile. Allegri, meno ansioso, ha impiegato cinque anni e altrettanti titoli per trovarsi a vivere gli stessi momenti di dubbio. Ora come allora il mantra è “vedrò Agnelli” e tutti noi a chiedere quando, dove, perché, cosa (il chi lo sappiamo). Il tiremmolla c’è, anche se Allegri non uscirà mai, come fece Conte, con quel famoso assioma: «Non si va con dieci euro in un ristorante da 100 euro». Perché non è il tipo e perché gli hanno ingaggiato Cristiano Ronaldo nemmeno un anno fa. Conte chiamava il club per discutere di ogni aspetto, del mercato, dell’ufficio stampa, del catering, del taglio delle siepi di Vinovo. Massimiliano Allegri non vuole più potere sul mercato. Più che altro vuole capire che mercato sarà. Allegri non sembra avere rapporti difficili con la dirigenza, anche perché se cita solo Andrea Agnelli è perché sa che c’è un uomo solo al comando. La sua domanda è la stessa di Conte: dove andiamo, con chi, cosa vogliamo. Perché nessuno, nell’ambiente Juve, si ricorda che tre scudetti sono di Votantonio e cinque di Max. Per i tifosi bianconeri sono otto e si aspettano tra un anno arrivi il nono. Come minimo. A loro progetti e chiarimenti non interessano. A Max sì, perché se non vince, il curriculum non lo salverà. Non verrà “impalato”, ma quasi".
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