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Sul Corriere dello Sport, il giornalista Roberto Perrone ha parlato del processo di Suning e della volontà di Zhang di riportare l'Inter in vetta:
"Steven Zhang studia da Andrea Agnelli. Per superarlo. Il presidente della Juventus doveva compiere 35 anni quando occupò la sede (allora) in Corso Galileo Ferraris, il 19 maggio 2010. Steven Zhang non ne aveva 27 quando il 26 ottobre del 2018 è diventato il più giovane numero 1 della storia nerazzurra. Li accomuna, oltre alla giovinezza, anche l’impegno quasi totale per il club. Hanno altre attività, ma Juventus e Inter sono il loro principale lavoro. Agnelli ha passato un anno difficile (e anche iellato) prima di correggere la rotta della Juventus, Zhang corre per ricalcare le sue orme con l’Inter, più o meno con la stessa tempistica. La strada percorsa è simile e, ma questo lo ascriviamo al caso e alla situazione del momento, anche gli uomini, Beppe Marotta e Antonio Conte, gli stessi che sono stati alla base della rivoluzione bianconera.
Importante, però, è la linea politica che prevede la centralità del club rispetto alla tradizione interista che ha sempre privilegiato, a parte la parentesi Mourinho, i giocatori, la loro classe ma spesso pure i loro capricci. E l’inizio di questo periodo va datato prima dell’avvento di Conte con il suo “noi” superiore a “io”. Il punto di svolta lo possiamo individuare nel momento più caldo dell’affaire Icardi, a febbraio, quando il capitano degradato pronunciò una frase già sentita tante volte ad Appiano Gentile e dintorni, con altri nomi e cognomi: «Voglio parlare con Zhang». Maurito ha tentato di scavalcare allenatore e responsabili dell’area tecnica, un grande classico, rivolgendosi al presidente, sperando in una sconfessione delle decisioni prese. Ma non ha trovato la sponda attesa. Il presidente si è saldato ai suoi dirigenti, in tutto e per tutto, senza paura di sbagliare. Poi ha tagliato i giocatori “fuori dal progetto”, senza curarsi della possibile perdita economica.
In meno di un anno ha rivoltato l’Inter, spingendosi anche oltre Agnelli. Non solo la sede, i dirigenti l’allenatore, i giocatori sgraditi, Zhang ha anche tolto dalla playlist “Pazza Inter” che da molti anni veniva suonato a San Siro e aveva spinto in un angolo l’inno ufficiale, “C’è solo l’Inter”. Insomma, il giovane Zhang ha preso l’Inter, dimostrandosi, nei fatti, molto più presente, decisionista e fiducioso nel lavoro dei suoi collaboratori, di altri presidenti stranieri. Finora ha fatto tutto bene, il giovane Zhang, poi, vincere è tutta un’altra faccenda.
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