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Perrotta: “Il Chievo Re a San Siro. Con Corini si può ripetere l’impresa del 2001…”

A margine della sfida di campionato tra l’Inter e il Chievo Verona, ai microfoni de L’Arena è intervenuto l’ex centrocampista clivense Simone Perrotta che ha ricordato la storica partita del 2001 al Meazza tra il suo Chievo...

Francesco Parrone

A margine della sfida di campionato tra l'Inter e il Chievo Verona, ai microfoni de L'Arena è intervenuto l'ex centrocampista clivense Simone Perrotta che ha ricordato la storica partita del 2001 al Meazza tra il suo Chievo targato Delneri e i nerazzurri allora guidati dal duo Vieri-Ronaldo:

Simone Perrotta, lei c'era. Dicono tutti che quella sia la partita che riassume in novanta minuti la vostra storia...«Sì, è proprio così. Dentro quella vittoria c'è la nostra storia. Piccoli ma grandi. Contro le grandi. Andammo a Milano a testa alta. Per giocarci la testa della classifica. Loro avevano i campioni, noi il patto...»

Quale patto?«Quello che si crea silenziosamente all'interno di un gruppo di gregari. Gente che ha fame e dispone anche di tanta qualità».

Delneri dice spesso: quel Chievo fu fenomeno unico. E irripetibile. Lei si associa alle parole del mister?«Pienamente d'accordo. Una cenerentola tra le stelle l'avete mai vista? Noi riuscimmo a stupire tutti. Quando, invece, gli altri si aspettavano di vedere la tua caduta da un momento all'altro. La vittoria di San Siro ci consacrò definitivamente come splendida sorpresa del calcio italiano. In precedenza avevamo stupito. Ma non come quella sera. Ricordo l'esordio. Ma pure la vittoria sfuggita a Torino contro la Juve, quando ci eravamo trovati in vantaggio 3-2. A Milano ci riprendemmo qualcosa che forse ci era stato tolto in precedenza».

Quando pensò: oggi la vinciamo?«Non lo pensi. Credi a quello che fai. Prima di giocare pensavo; guarda te, siamo qui a giocarci con l'Inter una sfida da piani alti. Poi la giochi, la vivi, la vinci».

Loro avevano Ronaldo e Vieri. Voi?«La forza dei Magnifici. Quelli che vanno, senza fermarsi mai».

Piedi buoni e?«Un modo di concepire il calcio diverso. Di fatto, spiazzammo tutti. La notte di San Siro diventò lo squillo di tromba del Chievo».

Lei, però, di quella squadra fu uno dei pochi a trovare piena gloria dopo la partenza. Come mai?

«Non è semplice dare una risposta. Penso, però, che in quel Chievo tutti trovarono l'incastro giusto. Si creò una situazione perfetta per mettere in risalto le qualità di ciascuno di noi. Proprio per questo la possiamo definire una stagione irripetibile».

E domani sarà di nuovo Inter-Chievo. Pronostico chiuso?«Assolutamente no. Può accadere di tutto. L'Inter è reduce tra Coppa Italia e campionato da due sconfitte di fila».

Il Chievo è in flessione.«Ma non in difficoltà. La fase difensiva è buona. Magari il gol non arriva con facilità. Ma credo nel lavoro di Corini».

Lo conosce bene.«Era allenatore in campo. Uno di quelli che dici: ha già trovato la sua strada per il futuro. Genio era sempre "pensante". Giusto abbia fatto questa scelta».

Lei?«Sto vivendo la mia ricreazione dopo vent'anni di calcio ad alti livelli. Quando suonerà la campanella deciderò cosa fare. Al momento in Federazione mi è stato assegnato il ruolo di vicepresidente del Settore Giovanile Scolastico. Sono ripartito dai bambini. Con entusiasmo».