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Giornale – Inter, è questione di numeri ma non solo: a pesare c’è un errore di Inzaghi

Andrea Della Sala

Il tecnico è stato quello ad aver avuto meno infortuni, ma ha comunque fatto giocare sempre gli stessi che ora sono stremati

Non è un momento positivo per l’Inter che, dopo il pareggio in extremis a Torino, ora è costretta a rincorrere il Milan capolista. Inzaghi ha scelto di puntare quasi sempre sugli stessi, ma nel momento decisivo la squadra è stanca.

“La crisi dell’Inter è questione di numeri, ma non solo. Ci sono i 6 punti e un’unica vittoria nelle ultime 6 partite che fotografano come meglio non si potrebbe il difficile momento della squadra di Inzaghi. Ma poi è anche una questione di nomi, di giocatori: quelli che non ci sono più, quelli che sono esausti, quelli che si sono infortunati. L’errore di Inzaghi è non aver messo in preventivo quanto poi accaduto, perché non si può pensare di disputare un’intera stagione senza che nessun giocatore importante si faccia male per davvero, e a oggi l’Inter non ha certo avuto più guai fisici di Juventus e Napoli, Atalanta e Milan, anzi. L’errore è stato spingere mezza squadra all’esaurimento fisico, senza che dietro ai titolari crescessero di morale e condizione, alternative all’altezza. E così, appena si ferma Brozovic, l’intera squadra smarrisce le coordinate per la vittoria. Perisic è cotto, stravolto dai chilometri percorsi, ma anche Barella e Calhanoglu sono ampiamente al di sotto del rendimento del girone di andata. E raramente chi entra al loro posto dà un contributo importante”, spiega il Giornale.

“Nel Milan come nel Napoli, avvezze da mesi a giocare in emergenza, le secondo linee (pensiamo a Kalulu) sono state invece molto spesso decisive. Si è investito molto su Gosens, ma non era pronto, si sapeva e si vede. Resta un mistero perché a gennaio l’allenatore abbia avallato la scelta di cedere Sensi, l’unico in rosa che poteva non sfigurare nel confronto con Brozovic. Così come restamisteriosoil prestito di Caicedo: un giocatore inutile nel Genoa penultimo in classifica (1 sola presenza da titolare e 1 gol in tutta l’andata), come poteva essere utile ai campioni d’Italia? Poi, nel confronto con quella che era l’Inter un anno fa (12 punti in più e + 11 sul Milan allora secondo, scudetto già virtualmente vinto) è giusto considerare che non ci sono più i gol di Lukaku e le corse di Hakimi, dettagli non di poco conto, oscurati superficialmente quando le cose andavano bene”, riporta il quotidiano.