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Posto che il famoso pullman promesso da Berlusconi non è mai arrivato, quanto vi manca il presidente?
«Tanto. Un po’ parlava per massime, ma - dette da lui - ti arrivavano e ti rimanevano dentro. Il mio grande rimpianto è non aver fatto una colazione con lui dopo il gol contro Malta, da primo giocatore del Monza in azzurro. Eravamo in parola, poi non siamo mai riusciti a organizzarla».
Allegri ha detto che il dna Juve è stare zitti, tenere il profilo basso e lavorare: quanto lo ritrova in Palladino?
«Queste caratteristiche sono anche le mie e forse anche per questo apprezzo tantissimo Allegri. È un grande allenatore, uno dei migliori in circolazione, proprio per le sue idee: è uno che bada al sodo, vuole vincere e non gliene frega tanto che si parli male di lui, tanto il suo lavoro lo fa bene portando risultati. Rivedo in Palladino le stesse caratteristiche: in questo viene fuori il passato del mister a Torino».
Come si (ri)batte la Juve?
«Bisogna mettere in campo tutto quello che mettiamo in ogni partita, senza avere l’angoscia o la paura di affrontare una grande squadra. In pratica, dobbiamo giocare da Monza».
Arrivare in Europa per il Monza varrebbe come vincere la seconda stella per Milano?
«Percassi all’Atalanta mi ha insegnato che prima possibile bisogna raggiungere la salvezza e poi guardare oltre... Quindi dobbiamo staccare il più possibile quelle dietro e, con un occhio, guardare chi sta davanti. Per noi arrivare in Europa sarebbe la fine di una scalata partita dalla Serie C ed è uno dei miei sogni giocarci con il Monza».
Che cosa ha portato Spalletti in Nazionale?
«Lui sente questo grandissimo senso di responsabilità verso gli italiani ed è quello che ha iniziato a trasmetterci come prima cosa. Oltre alle sue idee sul campo, che non sono mai banali: una volta capite bene, ci si potrà divertire e vincere tanto».
Per l’Europeo, in mezzo al campo, c’è da sgomitare...
«Siamo in tanti, tutti forti e sono contento in primis per l’Italia che ci sia tutta questa concorrenza. La Nazionale è il punto di arrivo per ogni giocatore e, quando indossi quella maglia, te la vuoi tenere stretta».
Colpani è un uomo mercato: consigli da capitano?
«Fa sempre piacere per noi giocatori ricevere attenzioni, però Andrea è molto riconoscente. E non credo che ora abbia intenzione di lasciare Monzello».
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