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Petagna: “L’Atalanta mi ha dato forza. Galliani e Riso fondamentali. La Nazionale…”

Andrea Della Sala

L'attaccante dei bergamaschi ha parlato del suo passato in vista della sfida con l'Inter

Tra i protagonisti della sfida tra Inter e Atalanta ci sarà anche Andrea Petagna. L'attaccante dei bergamaschi sta vivendo una grande stagione e sta attirando le attenzioni delle grandi squadre, tra cui anche l'Inter. In vista della sfida di San Siro il centravanti ha parlato a Tuttosport del suo passato e della sua carriera:

GALLIANI  - «Premetto. Galliani è stato per me fondamentale, mi seguiva da vicino quando sono arrivato piccolino e stavo in convitto. Il Milan era il mio sogno e soffrivo perché non giocavo. Per questo ho voluto andare via in prestito. Cinque squadre in poco tempo? «E’ stata una palestra, pur cambiando 12 allenatori tra Samp, Latina, Vicenza e Ascoli. Il problema è il prestito, per loro non conta molto farti giocare». 

MILAN - «Il Milan non mi porta in ritiro, arrivavo da due anni in cui avevo fatto male: non sapevo che fare, ho pensato di mollare. L’Ascoli è l’unico a volermi con forza, mi cercano il direttore Lovato e il tecnico Petrone, ma non sanno se giocheranno in Lega Pro, dove il Milan non voleva mandarmi, o in B. Li ripescano, Galliani dà una mano per lo stipendio, gioco. Arriva una bella salvezza».  

ATALANTA«Mi sono sentito importante, anche se ero ad Ascoli. La famiglia Percassi mi dice che avrei fatto parte del progetto Atalanta, mi ha dato forza. Ho ritrovato questa società dopo i provini a Zingonia a 10-11 anni. Giocavo nell’Itala San Marco, a Gradisca, dove arrivavo dopo un’ora di treno o pullman. Erano affiliati dell’Atalanta». 

AGENTE - «Il mio agente, fondamentale come mio padre Euro, un ex calciatore. Mio nonno Francesco, poi, ha giocato 10 anni in A con la Triestina e allenato a lungo. Giuseppe è stato il mio fratello maggiore a Milano». 

ALLENATORI«Allegri è stato decisivo, mi ha fatto debuttare al Milan e allenare con grandi campioni, come Ibrahimovic. Mihajlovic l’ho avuto un paio di mesi alla Samp. Non giocavo ma mi sono trovato bene: è determinato e forte». 

BARCELLONA«Partita strepitosa, da brividi, solo il calcio ti regala queste emozioni. Mi ha colpito Luis Enrique all’andata, quando disse: possiamo fare 6 gol. Erano mentalmente già pronti. Pure noi abbiamo la consapevolezza di essere forti. Quando subiamo un gol possiamo farne subito un altro, senza abbatterci, come con la Roma in casa. L’Europa sarebbe un traguardo pazzesco per noi e magnifico per la città».