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Andrea Petagna è sempre stato considerato uno dei '95 più forti in circolazione, eppure il suo percorso ha incontrato non pochi ostacoli. Il Milan, la Samp e poi Latina e Vicenza. Esperienze complicate. Andrea Petagna (classe '95) si è confidato alla Gazzetta dello Sport, raccontando come l'Ascoli lo abbia "salvato": "Mi voleva a tutti i costi, ma era in attesa del ripescaggio. Senza la B il Milan non mi mandava a giocare. Ho passato due mesi con il telefono in mano, in attesa di avere notizie."
Troppe pressioni -"Su di me c'erano troppe pressioni. Galliani mi aveva battezzato come il vice-Balotelli e tutti si aspettavano cose incredibili. Sono andato alla Samp come il salvatore della patria, ma avevo 18 anni. Sono timido, l'attesa mi ha divorato. Appena sbagliavo una partita finivo in panchina. E' una cosa che è successa anche a Latina: quante delusioni. A Vicenza ho giocato poco, ma imparato tanto. Merito di Marino e dei consigli di Cocco e Di Gennaro. Mangia è stato il primo allenatore a darmi continuità."
Un'estate buia -"Ho vissuto un'estate difficile. Non avevo richieste e a un certo punto volevo smettere. Vedevo tutto buio. Ne sono uscito grazie al mio mental coach (Roberto Civitarese): ho fatto chiarezza con me stesso, ritrovato gli stimoli e la voglia di giocare. Ora sono rinato."
Il futuro -"Non sono rimasto deluso, anche se ho il rammarico di non aver mai avuto una vera occasione al Milan. E' difficile sfondare giocando solo spezzoni. Sono contento della chiamata dell'Atalanta: hanno investito soldi importanti e credono in me. Voglio salvare l'Ascoli, arrivare in doppia cifra (finora ha segnato 7 reti) e conquistare l'Under 21."
(Gazzetta dello Sport)
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