L’inconsueta evoluzione della trattativa di cessione del Milan continua a diffondere qualche dubbio fra gli addetti ai lavori. Per capirne di più, tuttomercatoweb.com ha intervistato Oberto Petricca, intermediario di mercato molto conosciuto in Asia: "Mi pare ci sia disponibilità assoluta per il closing. Il versamento di una doppia caparra è un passo quasi matematico, c'è la volontà di chiudere da entrambe le parti. Lo slittamento della chiusura può essere dovuto a varie cose, se c'è l'intenzione si entra in un'ottica di disponibilità e di tolleranza per piccoli ritardi che possono verificarsi. Anche perché ci possono essere dei problemi circa le autorizzazioni, ma è un apparato burocratico che si deve muovere, tra banche e governo. Ci sono garanzie, norme e adempimenti da rispettare".
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C'è stato un momento in cui l'affare sembrava a rischio.
"All'inizio più di qualche operatore di mercato era scettico, poi c'è stato un momento in cui poteva esserci un passo indietro, ma le perplessità dopo una doppia caparra di questo genere potrebbero essere fugate".
Però l'Inter ha cambiato mano in un amen, rispetto al Milan
"Lì c'era un gruppo omogeneo, già nel calcio, ha una sua storia e una sua connotazione. Da questa parte c'è una cordata di investitori, certamente si sono verificati dei tempi diversi ma poi ogni trattativa ha le sue pieghe".
Raiola ha espresso delle perplessità: ha rinnovato Bonaventura ma non Donnarumma e vuole conoscere i prossimi proprietari
"Penso sia normale, è pur sempre un giocatore molto giovane e deve pensare al suo futuro. Credo che alla fine rinnoverà, anche se finché non c'è una firma ci può essere un rischio di destabilizzazione. Questo non possiamo immaginarlo né sapere con certezza, però Raiola ha dei buoni rapporti con il Milan e credo incida sulla trattativa".
Ritornando all'Inter, come mai non va?
"Hanno pagato probabilmente lo scotto iniziale, in Italia ci affidiamo alle personalizzazioni: Berlusconi, la Roma di Sensi, la famiglia Agnelli per la Juventus. Ora però tutti quanti sono fissi a Milano, c'è un gruppo di esperti di comunicazione, stanno studiando programmi di iterazione fra i settori giovanili. C'è molto fermento".
C'è la possibilità di trasferimenti fra Jiangsu e Inter?
"In via del tutto eccezionale sì, anche se non può certo diventare un qualcosa di fisso".
Ci sarebbe magari Ramires...
"Bisogna vedere il bilancio, è complesso, tra Cina e Italia ci sono anche diversi livelli di tassazione. Non che sia bassa di là, però anche 8-10 punti percentuali non sono pochi. Farlo a carattere generale è molto difficile, si può fare come una tantum, in via eccezionale".
E poi lo stipendio è esagerato.
"Certo, chi va in Cina lo fa per avere un ingaggio enorme, guadagnare due o tre volte tanto rispetto ai già buoni contratti qui. Lì sono faraonici e tornare in Italia o in Europa è sempre un problema. Poi l'Inter può essere una buona porta, non è nemmeno l'ultima società di Italia a livello di ricavi, ma sono cifre notevoli. Sono comunque molto attenti al Fair Play Finanziario, per questo poche società al mondo possono permettersi chi torna dalla Cina: penso a Real, Barcellona, qualche inglese".
(Tmw)
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