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Pezzali: “Inter, la Roma tra le più pericolose da affrontare. Commenterò la gara con un ex…”

Le parole del cantante e noto tifoso nerazzurro in vista della gara di questa sera

Daniele Vitiello

Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, Max Pezzali, noto cantante e noto tifoso nerazzurro, ha parlato della partita di questa sera.

Pezzali, vuole diventare l’interista più amato dai romani?

«Non lo so - ride -, diciamo che non avendo mai nascosto la mia fede calcistica sono ben tollerato sia dagli amici laziali che romanisti. Dai primi in virtù del gemellaggio, dai secondi perché, alla fine non è che neanche l’Inter abbia vissuto annate spettacolari dal Triplete in poi. Se non sei pericoloso tutti ti vogliono bene».

Ma oggi la musica è diversa: c’è Inter-Roma coi nerazzurri primi in classifica.

«Sì, ma attenzione: adesso per me le due squadre più pericolose da incontrare sono Roma e Lazio. La Roma perché ha una forza e una serenità che mancava da tempo. Di Fonseca mi hanno colpito il metodo e il suo impermeabilizzare la squadra dalle polemiche. La Lazio invece è strepitosa, è meno una sorpresa ma Inzaghi fa un gran gioco, e Immobile è tra i più forti d’Europa. Insomma per l’Inter la Roma è temibile: siamo in testa alla classifica ma con la coperta corta. E la Lazio incontra la seconda in classifica (la Juventus, ndr), quindi ci dividiamo i compiti».

La guarderà a casa a Pavia ma con un alleato a distanza.

«Sì, mio figlio Hilo, che è un po’ laziale e un po’ interista. Ha il cuore diviso e spero che con la Lazio ci dia una mano a tenere a distanza la Juve».

Sensazioni sulla partita?

«L’Inter ha un’inerzia positiva portata da Conte, alimentata dalla voglia e dal senso di responsabilità, nonostante le difficoltà e senza quella depressione del passato. Sarà difficilissima ma la determinazione c’è».

Chi è l’amico giallorosso con cui la commenterà?

«Alberto Aquilani, ha giocato ovunque ma il suo cuore romanista è saldo. Niente messaggi fino al 90’: tutto può essere usato contro di te».

Perché un singolo per Roma?

«Da tempo volevo raccontare il mio rapporto con Roma, ognuno ha il suo. Il pretesto è stato conoscere l’illustratore Zerocalcare: confrontavo le nostre romanità, la sua autentica la mia acquisita. Nella canzone parlo dei cinghiali, ce ne sono qui intorno a casa (nella zona di Tomba di Nerone, ndr) e Cinghiale è anche il soprannome di uno dei personaggi di Zerocalcare».

Il pezzo dà l’idea di un amore cui si perdona tutto.

«Sì, mi chiedevo perché, anche se come città è così faticosa, riesce sempre a sedurti e non sai farne a meno? Perché nelle storie d’amore importanti anche se vedi i difetti c’è sempre qualcosa che riaccende l’amore. Poi resta il fatto che quello che in Lombardia fai in 20 minuti qua richiede mezza giornata, ma è anche una questione di distanze: a Roma si vive in macchina come a Los Angeles. Ma poi Roma ti sa accogliere e dimentichi il resto: io arrivai qui nel 2002 dal Pavese con la moto. In due giorni avevo un pub e degli amici motociclisti. A Milano è più dura».

Ma Milano corre e prende le occasioni. Le olimpiadi, per dirne una...

«Roma per una serie di ragioni storiche, logistiche, ambientali, da sempre richiede più passaggi. Serve sempre più tempo per mettere tutti d’accordo. Ma ora credo, e lo dico da mezzo romano, bisogna fare come Milano: ingranare la marcia, prendersi responsabilità. È la città più bella del mondo, le manca solo un salto nel futuro».

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