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Che ricordo ha di quel campionato?
—«Fu tutto complicato. I ripetuti cambi di allenatore (Andreazzoli, Motta, poi Nicola, n.d.r.), l’esplosione del Covid, il lungo stop del campionato, poi tanti episodi che avevano reso la stagione tutt’altro che facile. Non solo: io ero all’epoca un altro tipo di giocatore e di persona, si trattava della mia seconda esperienza in A dopo Frosinone. Avevo vent’anni, adesso sono diverso e appunto per questo voglio fare molto meglio di allora».
Lei viene ricordato per quel gol storico al 52’ della ripresa nel 2-2 del Genoa a Udine. Un passo decisivo verso la salvezza.
—«Ho 5 anni di esperienza in più: ad eccezione dell’anno con l’Inter in cui avevo giocato meno, questo tempo mi è servito per migliorare. E poi ho avuto ottimi maestri sulla mia strada, oggi sono un giocatore migliore sotto tutti i punti di vista».
Quale Genoa ha ritrovato?
—«Un gruppo di bravissimi ragazzi: sono stato accolto subito con entusiasmo. Durante la trattativa anche Gilardino mi aveva chiamato per esprimermi il suo pensiero. Un attestato di fiducia che mi aveva fatto piacere. E poi intorno a noi c’è una società seria che lavora bene».
Il Genoa viene da un undicesimo posto...
—«Per come la vedo io, bisogna sempre puntare a migliorarsi e vale anche in questo caso. Sono ambizioso, ovvio che fare bene nel Genoa può aiutarmi anche pensando alla maglia azzurra, un’aspirazione che bisogna avere».
Con l’ulteriore stimolo di riscattare la retrocessione dell’ultima stagione.
—«Quella è stata una grande delusione, mai ci saremmo aspettati che il campionato potesse finire così. Purtroppo il calcio è anche questo, ma dovrò ringraziare sempre il Sassuolo, che mi ha offerto la possibilità di giocare due anni ad alto livello in A».
(Gazzetta dello Sport)
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