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Più che il modulo, al nuovo tecnico dell'Inter Pioli interessa che la sua squadra sia in grado di mettere in campo i suoi concetti preferiti: squadra corta e stretta. Le sue formazioni sono in grado di giocare con più sistemi, ma quello che chiede l'allenatore è il gioco in verticale e in profondità e un'intensità espressa attraverso una riconquista rapida del pallone, baricentro alto, l’ampiezza trovata con le discese dei due terzini perché chiede agli esterni offensivi di ricevere palla e muoversi anche “dentro” al campo.
Difficile che si vedrà l'Inter aspettare gli avversari per poi ripartire e nemmeno che decida di cambiare modulo in base a chi ha di fronte. Il suo staff è composto da Giacomo Murelli (ex difensore di Parma e Avellino: nei derby di serie A con il Napoli gli assegnavano Maradona), il tattico Davide Lucarelli, due preparatori atletici (Osti e Perondi). Allenamenti lunghi almeno un’ora e mezzo, quasi due. La parte atletica con il pallone. Intensità, uso frequente del gps, il tentativo di riprodurre gli stessi ritmi della partita in ogni seduta di lavoro. Partitelle a due o tre tocchi, campo ridotto per abituarsi a gestire la palla negli spazi stretti, propensione al pressing.
(Corriere dello Sport)
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