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Gds – Come Pioli, Inzaghi e Spalletti possono fare la differenza. L’Inter…

Gianni Pampinella

Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Alessandro Vocalelli analizza il momento di Inter, Milan e Napoli

A contendersi lo scudetto fino all'ultima giornata saranno Milan, Inter e Napoli. Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Alessandro Vocalelli analizza il momento delle tre squadre. "Sapevamo che senza Ronaldo, Lukaku e con le pause legittime di Ibrahimovic non sarebbe stato il campionato delle stelle. Sapevamo dunque che sarebbe stato il campionato degli allenatori e così era stato presentato. Molti però immaginavano che i protagonisti, quelli in copertina, sarebbero stati i tre con lo scudetto nel curriculum: Allegri, Mourinho e Sarri. Tocca invece ai tre che cercano la loro prima soddisfazione tricolore".

"Il Milan - e non si capisce se sia un fatto positivo o no - è in fondo condannato a giocar bene. Appena piega, appena un po’, finisce per scoprire e ricordarsi di non avere neppure un cannoniere tra i primi 20 della Serie A. Il calciatore, per intenderci, che ti fa vincere le famose partite sporche. L’Inter è aggrappata - anche questo è un fatto positivo o no? - alla presenza e agli umori di Brozovic. Con lui è un’orchestra, senza di lui un motore che troppo spesso arranca".

"Il Napoli - e anche in questo caso non è chiaro se stiamo parlando di virtù - è sempre capace di sorprenderti: non sempre però in bene. In tutto questo ci sono loro, i tre piloti alla ricerca del loro primo tricolore. Non c’è una squadra nettamente più forte delle altre. Qualche differenza sì, con l’Inter che a un certo punto è sembrata superiore e sembra essersi ripresa il ruolo di prima favorita. Anche perché, magari per un soffio, è in grado di essere padrona del proprio destino. Se infilasse una serie di vittorie, non sarebbe raggiungibile".

"E allora dove, e in che modo, Pioli, Inzaghi o Spalletti possono fare la differenza in questo finale di stagione? La differenza è tutta nella capacità di considerare e gestire queste sei partite (sette per Inzaghi) come fosse un Europeo o un Mondiale. In cui, certo, conta il gioco, ma non la gratitudine. In cui bisogna scegliere, in rose abbastanza ricche, sulla base della condizione contingente. Se - per fare qualche esempio - si colgono segnali da Correa, Rebic o Mertens, non è il caso di farsi scrupoli e domande. Lo scudetto è oggi, non aspetta e va preso al volo".

(Gazzetta dello Sport)