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Pistocchi: “Dazn Francia abbassa i prezzi, in Italia li moltiplica. Siamo al limite perché…”
In una lunga intervista a Libero, Maurizio Pistocchi commenta i nuovi aumenti degli abbonamenti annunciati da Dazn. Per un abbonamento standard mensile il prezzo è salito da 40,99 a 44,99 euro, nel 2021 era di 9,90 e nel 2022 era già salito a 29,99. Per l’intero anno la cifra adesso è di 399 euro. "Cifre che rappresentano la situazione limite alla quale si è arrivati in un sistema calcio in cui i ricavi complessivi della serie A sono nettamente inferiori alle uscite. Diciamo il 33% in meno. In ogni grande azienda si dovrebbe parlare di fallimento, no?".
«Facciamo un passo indietro in più, allora: tutto è cambiato nel 1991 con l’avvento di Telepiù, nata sull’onda del francese Canal Plus. Quell’anno il calcio in tv è stato rivoluzionato passando alle pay tv».
«Sky stava offrendo un prodotto di qualità quando aveva tutte le partite. I commenti e le trasmissioni erano e restano oggettivamente ottimi. Ma nel 2021 ha lasciato a Dazn le esclusive tenendosi tre partite. Un errore? No, in questi anni ha sistemato i conti economici e puntato tutto sulla Champions League, il tennis o la Formula 1. Forse non ha sbagliato strategia».
«Intanto ha contratto i suoi investimenti per i diritti del calcio abbassando il pagamento annuo da un miliardo di euro a 900 milioni. Ma se i conti non tornano e ci si accorge che in redazione ci sono troppi giornalisti, cosa accade? Che i prezzi per bonificare le perdite vengono alzati a dismisura, come mi ha accennato lei, e 14 giornalisti rischiano il posto».
«Non poteva fare altrimenti. Le problematiche tecniche del primo periodo, con utenti che si vedevano le partite oscurate o la registrazione sbagliata di avvenimenti, sono state oggettivamente superate. Ora le cose funzionano, non ci sono più black out. I problemi sono altri».
«Dazn francese ha fatto l’unica cosa intelligente per aumentare l’interesse degli appassionati che vogliono sottoscrivere un abbonamento: far pagare meno le partite in tv invece che alzare i costi. È una elementare legge del mercato».
«Non è così. Un’indagine fatta da una commissione della Comunità Europea in tema di pirateria ha rilevato che l’Italia è un Paese nel quale questo problema è minore. Solo che a questi signori fa comodo dare la colpa del collassante sistema calcio ai pirati».
(Libero)
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