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Pochettino sicuro: “Dopo Sarri, ora tocca all’Inter. Spalletti verrà a Wembley per vincere”

Il tecnico del Tottenham ha parlato della grande sfida di domani con l'Inter

Andrea Della Sala

Domani sera a Wembley si giocherà Tottenham-Inter, gara fondamentale per il proseguo del cammino in Champions League dei nerazzurri. Il tecnico degli Spurs, Maurizio Pochettino, intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato della grande sfida di domani sera:

«Dobbiamo vincere, of course (testuale, ndr). Non abbiamo alternative, se vogliamo poi giocarci la qualificazione agli ottavi nell’ultima gara a Barcellona. Niente pressioni ma uno stimolo in più il dover vincere, siamo fiduciosi. L’Inter è una grande squadra e sta facendo cose importanti, ma noi puntiamo a replicare la prestazione fatta contro il Chelsea. Se riusciremo a giocare con la stessa intensità di sabato sera, possiamo vincere e centrare il nostro obiettivo».

Tottenham-Inter sarà anche Kane contro Icardi: sono loro oggi i migliori centravanti d’Europa?

«Sì, però il calcio è un gioco di squadra. Non si vince mai da soli e poi l’Inter, oltre a Icardi, ha anche altri attaccanti forti come Lautaro e Keita. Idem il Tottenham con Dele Alli, Lucas Moira e Lamela: davanti siamo messi bene. Sicuramente quei due sono importanti, ma per vincere serve un’ottima prestazione di tutta la squadra».

Kane e Icardi potrebbero giocare insieme?

«I grandi giocatori possono sempre coesistere. Chiaramente un allenatore deve trovare il modo per far sì che possano diventare compatibili. Hanno ottime qualità e caratteristiche diverse, perciò potrebbero fare coppia in un attacco a due punte».

Ripensa mai alla sfida d’andata. Per 87 minuti siete stati padroni a San Siro. Poi...

«È difficile anche per me spiegare cosa sia successo. Siamo stati migliori di loro durante la gara, ma abbiamo perso. Non posso negare di esserci rimasto male, perché avevamo fatto una grande partita. Uscire sconfitti da Milano è stata una delusione. Sfortuna? Non mi piace cercare alibi e parlare di fortuna nel calcio: è stata una questione di atteggiamento. Abbiamo avuto un calo di concentrazione negli ultimi minuti e l’abbiamo pagato caro. La colpa è stata nostra».

Domani avrete però Wembley a spingervi per la rivincita.

«Spero che la gente ci appoggi e che lo stadio sia pieno, 90mila tifosi che ci aiutino a vincere la partita. Giochiamo contro una grande squadra, tra le più importanti d’Europa e piena di grandi giocatori. Abbiamo la possibilità tutti insieme di fare qualcosa di importante: dobbiamo vincere».

Che ne pensa di Spalletti?

«Lo conosco molto bene, è un grande allenatore. Le sue squadre giocano un buon calcio e mi aspetto che l’Inter venga a Londra per vincere. Giocano offensivi ma sono ben equilibrati. Domani sera? Entrambi giocheremo all’attacco e per vincere sin dal primo minuto, non penso vengano qui per difendersi».

Nell’Inter c’è una sua vecchia conoscenza come Javier Zanetti. Che effetto le fa vederlo in giacca e cravatta da vicepresidente?

«Glielo dico sempre: sono stato fortunato a giocare in nazionale con un campione lui. Javier un po’ meno ad avermi compagno (ride, ndr). È un carissimo amico e abbiamo un ottimo rapporto. È il simbolo dell’Inter e una persona eccezionale. Un vero esempio per tutti di correttezza. So che ha espresso belle parole nei miei confronti e lo ringrazio pubblicamente».

Chi è la favorita per vincere la Champions League?

«Il Real Madrid. Ha vinto la coppa per tre anni di fila e resta la più forte. È difficile fare poker, ma è una grande squadra, abituati a vincere quando da marzo in poi si passa alla fase a eliminazione diretta».

Quindi tra qualche stagione la vedremo in Serie A?

«Sarebbe una bellissima esperienza per me. Ovviamente devo imparare meglio l’italiano, perché la lingua è fondamentale per comunicare ed entrare in sintonia con i propri giocatori. Mi ricordo che mio nonno mi parlava spesso in italiano ma ero piccolino, sono passati tanti anni da quando ero a Murphy. Dovrei fare un po’ di pratica prima di trasferirmi da voi (sorride, ndr)».

È vero che è diventato amico di Mourinho per... colpa di Callejon?

«(Ride, ndr) Sì, lui era al Real Madrid: mi ricordo che l’avevo ringraziato per i complimenti che mi aveva rivolto in una intervista e lui mi aveva detto “José Maria Callejon parla molto bene di te” e da allora abbiamo iniziato ad avere un ottimo rapporto anche se adesso siamo avversari».

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