È una differenza diffusa che trova lo sbilanciamento più evidente in attacco, ma anche in mezzo al campo la qualità dell’Inter appare nettamente superiore a quella della Juventus. L’Inter gioca bene anche perché la palla passa rapida e pulita da Calhanoglu a Mkhitaryan, da Barella a Dumfries; la manovra della Juve ha sempre qualche intoppo, può alzare un po’ il livello quando transita dalle parti di Rabiot, ma il resto ha una dimensione tecnica ridotta. Per questo Allegri non si spinge più in là di una robusta gestione.
Il “pari valore” fra le due squadre si trova solo quando si scende alle difese, sono forti e ben organizzate, ma anche in questo caso c’è una differenza. Alla fase difensiva della Juve partecipa la squadra intera, Gatti, Bremer e Rugani sono protetti da Kostic e McKennie sulle fasce, da Locatelli al centro, a Firenze e altrove ha vinto così, rinunciando a tratti a ripartire e alzando un argine difficile da superare. Nell’Inter accade qualcosa di diverso, l’Inter attacca e non sempre i tre dietro hanno la protezione del centrocampo, così come i due esterni, Dumfries e Dimarco, si distinguono per una più spiccata attitudine offensiva che difensiva. Acerbi e colleghi se la devono sbrigare da soli".
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