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Polverosi: “Algoritmo dice Inter. Pochi dubbi, differenza consistente con la Juve”

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Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, Alberto Polverosi, giornalista, ha analizzato così la corsa scudetto
Marco Astori Redattore 

Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, Alberto Polverosi, giornalista, ha analizzato così la corsa scudetto: "All’Inter lo scudetto, alla Juventus il secondo posto. È la previsione dell’algoritmo. Facile, no? Se avesse pronosticato il Monza sarebbe stato almeno divertente. Meno credibile ma divertente. Però anche nella mente artificiale potrebbe aprirsi una falla, che auguriamo al campionato perché sia ancora più ricco e interessante. L’algoritmo ha fatto i conti col Napoli di Garcia ma non può immaginare (e nemmeno noi, sia chiaro) cosa può diventare il Napoli di Mazzarri. È pur sempre la squadra campione d’Italia, ci giocano ancora Lobotka, Kvaratskhelia e presto tornerà Osimhen, il capocannoniere del campionato scorso, un piccolo spiraglio gli va lasciato nonostante i 10 punti (tanti davvero) dall’Inter e gli 8 dalla Juventus. E lo stesso si può dire del Milan, nonostante l’ondivago cammino dei rossoneri.

Polverosi: “Algoritmo dice Inter. Pochi dubbi, differenza consistente con la Juve”- immagine 2

Tuttavia esistono pochi dubbi sul fatto che oggi la prima candidata allo scudetto, la più autorevole, sia l’Inter. La seconda, la Juventus. La distanza netta sul piano tecnico viene ridotta dalla mancanza delle coppe in casa bianconera. Ridotta, non annullata. La differenza è consistente, ballano 10 gol in appena 12 giornate. Lautaro Martinez ne ha fatti 12 da solo, Kean, Chiesa, Vlahovic e Milik tutti insieme sono arrivati a 10. Kean, sulle cui qualità Allegri è convinto tanto da preferirlo a Vlahovic e Milik, sta giocando titolare da 6 partite di fila, totale 0 gol e 0 assist; Lautaro, quando è andato in panchina per l’unica volta in questo campionato, è entrato nel secondo tempo e in 35 minuti ha segnato 4 gol. Altro dato che fa capire ancora meglio la distanza. Nelle ultime 7 reti della Juve solo una porta la firma di un attaccante (Milik nel derby), nelle ultime 5 nemmeno l’ombra di una punta; sul fronte opposto, negli ultimi 8 gol dell’Inter 4 sono di Lautaro e Thuram, 3 di Calhanoglu su calcio di rigore.


È una differenza diffusa che trova lo sbilanciamento più evidente in attacco, ma anche in mezzo al campo la qualità dell’Inter appare nettamente superiore a quella della Juventus. L’Inter gioca bene anche perché la palla passa rapida e pulita da Calhanoglu a Mkhitaryan, da Barella a Dumfries; la manovra della Juve ha sempre qualche intoppo, può alzare un po’ il livello quando transita dalle parti di Rabiot, ma il resto ha una dimensione tecnica ridotta. Per questo Allegri non si spinge più in là di una robusta gestione.

Polverosi: “Algoritmo dice Inter. Pochi dubbi, differenza consistente con la Juve”- immagine 3

Il “pari valore” fra le due squadre si trova solo quando si scende alle difese, sono forti e ben organizzate, ma anche in questo caso c’è una differenza. Alla fase difensiva della Juve partecipa la squadra intera, Gatti, Bremer e Rugani sono protetti da Kostic e McKennie sulle fasce, da Locatelli al centro, a Firenze e altrove ha vinto così, rinunciando a tratti a ripartire e alzando un argine difficile da superare. Nell’Inter accade qualcosa di diverso, l’Inter attacca e non sempre i tre dietro hanno la protezione del centrocampo, così come i due esterni, Dumfries e Dimarco, si distinguono per una più spiccata attitudine offensiva che difensiva. Acerbi e colleghi se la devono sbrigare da soli".

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