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Polverosi: “Inter, il problema è Dybala: Paulo più utile a Inzaghi che alla Roma”

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Alberto Polverosi, nel suo editoriale sull'Inter, ha sottolineato come l'assenza di Dybala sia uno dei grandi problemi dell'Inter

Matteo Pifferi

Alberto Polverosi, giornalista, ha analizzato i problemi dell'Inter sul Corriere dello Sport: "Il problema dell’Inter non è Lukaku. E’ Dybala. Che c’entra? C’entra, c’entra. Dybala era il giocatore che serviva all’Inter, ancora più di quanto serve alla Roma. Avrebbe costretto Inzaghi a non rifugiarsi sempre nel comodo e arcinoto porto del 3-5-2. Simone avrebbe dovuto pensare, decidere, scegliere di volta in volta, con Dybala e due punte, con Dybala e Dzeko, o con Lautaro, o con Lukaku. L’acquisto dell’argentino avrebbe garantito una varietà tecnica che all’Inter manca, soprattutto ora che Lukaku proprio non c’è. Avrebbe allargato anche l’orizzonte di Simone, rendendo più imprevedibile, più fantasiosa una squadra (e un modo di giocare) che tutti conoscono a memoria e che tutti ormai sanno come frenare. Mancando la controprova siamo solo nel campo delle ipotesi, ma la coppia argentina campione del mondo, Dybala-Lautaro, sarebbe stata perfetta. Invece al posto di Dybala l’Inter ha confermato Correa e, con tutto il rispetto, non è la stessa cosa. In molti hanno (abbiamo...) sottovalutato la pessima stagione di Lukaku al Chelsea, pensando che la ricostruzione della coppia-scudetto con Lautaro (41 gol in due, quasi la metà di tutta l’Inter) avrebbe dato una bella spinta alla squadra di Inzaghi"

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"Ma Romelu al Chelsea non aveva mai toccato i livelli della stagione precedente, appena 8 gol in Premier in 26 presenze, di cui 10 partendo dalla panchina. Non è mai stato la prima scelta di Tuchel. Di ritorno a Milano si è infortunato subito, ha perso il posto e se stesso. Non solo, il suo ritorno ha fatto scivolare indietro Dzeko, che non è più un ragazzino, ma che nella stagione scorsa aveva dato un buon contributo con 13 gol, spingendo Lautaro verso il suo record personale di 21 reti. In ogni caso, ridurre la crisi dell’Inter in campionato (9 sconfitte in 27 giornate, per una squadra come questa, legittimano la definizione di crisi) al problema di Lukaku è riduttivo. Lasciamo stare il Napoli, che sta giocando in un altro pianeta, non certo sulla Terra, l’Inter ha 5 punti in meno dell’anno scorso, ha segnato 8 gol in meno e ne ha subiti 9 in più. E’ il meccanismo che si è inceppato, è l’eccessiva insistenza sullo stesso modulo, sullo stesso tipo di manovra che si sviluppa sempre sugli esterni, ad aiutare gli avversari. Se per recuperare lo svantaggio dalla Juve, Inzaghi ha deciso negli ultimi minuti di passare alla difesa a 4, con Correa dietro a Dzeko e Lautaro, perché non provarci dall’inizio? Com’è possibile che un centrocampo con quella statura fisica e atletica non sia in grado di sostenere tre attaccanti? E’ un discorso che si ripropone ogni volta che una squadra di Inzaghi va in difficoltà, capitava anche ai tempi della Lazio, ma cambiare strada ogni tanto può aiutare a risolvere dei problemi"

"Proprio come un anno fa, le coppe danno però un’altra speranza a Simone. Che ha già vinto l’ultima edizione vera della Supercoppa Italiana (la prossima sarà falsata dalla decisione della Lega di monetizzare il trofeo portando in Arabia quattro squadre e togliendogli valore sportivo, ma tanto chissenefrega, basta fare soldi) con un 3-0 sul Milan, è in semifinale di Coppa Italia e soprattutto è ai quarti di finale in Champions League. Ci sono due Inter e forse anche due Inzaghi, una versione sbiadita in campionato, un’altra brillante nelle coppe. Metà buona e metà cattiva, però così non basta.

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